ERRI DE LUCA: “LE SARDINE SONO UN MOVIMENTO COSTITUZIONALISTA, DEFINIRLE DI SINISTRA E’ UN ERRORE”
LO SCRITTORE PARTECIPERA’ ALLA MANIFESTAZIONE A ROMA: “COME A HONG KONG, A TEHERAN, A SANTIAGO, C’E’ UNA NUOVA GENERAZIONE CHE VUOLE ESSERE PROTAGONISTA. SCENDERE IN PIAZZA E CONOSCERSI IN NOME DELL’INCLUSIONE”
Per Erri De Luca quello delle Sardine è “un movimento costituzionalista”.
Lo scrittore napoletano, poeta e traduttore, conosciuto per la potenza evocativa dei suoi scritti e anche per l’impegno come volontario e attivista – la battaglia contro la Tav, che gli è valsa anche un processo, conclusosi con l’assoluzione – ha annunciato che sabato sarà in piazza San Giovanni per partecipare alla prima manifestazione nazionale del fronte anti sovranista riunitosi per la prima volta a Bologna il 14 novembre e da allora, via via, in centinaia di altre piazze del Paese.
“Le Sardine intendono applicare la Costituzione, che vieta il razzismo”, scandisce per spiegare meglio la sua definizione. E aggiunge: “Si tratta di far vivere in piazza, in questo momento particolare, la Costituzione”.
De Luca, ha annunciato che sabato andrà a Piazza San Giovanni per rendersi conto di persona, “percepire” il movimento delle Sardine.
“Sì fino ad ora ho seguito, mi sono informato attraverso la televisione, che letteralmente vuol dire “visione da lontano”. Per me, per capirci qualcosa, questo è insufficiente. Ogni volta in cui mi sono impicciato dei movimenti, ho sentito l’esigenza di essere presente, ascoltare di persona. Mi è stato chiesto di intervenire, ma non credo lo farò. Vado lì ad ascoltare, ad imparare un nuovo modo di stare in piazza perchè è di questo che si tratta”.
Si continua ad associare questo movimento alla sinistra, ma intanto sono arrivati manifestazioni di interesse e endorsement anche dalla destra. E Casapound ha dichiarato che sabato sarà a Piazza San Giovanni.
“Le parole arrivate da quest’ultima parte che ha nominato mi sembrano un annuncio di infiltrazione ostile, che in genere si realizza senza annuncio”.
E invece l’interesse della destra verso una realtà che molti collegano alla sinistra?
“Secondo me relegare questo movimento in quella parte politica ne scatta una fotografia parziale. Lo chiamerei “costituzionalista”, perchè intende applicare la Costituzione, che vieta il razzismo. Si tratta di far vivere in piazza, in questo momento particolare, la Costituzione. Si tratta di una gioventù politica nuova che si presenta a se stessa, smentendo la versione ufficiale che la vuole capace di socializzare solo dietro gli schermetti illuminati”.
Cioè?
“Questa generazione nuova, smentendo quella versione, ha deciso di frequentarsi, di conoscersi fisicamente e quando ci si trova nelle piazze, insieme a delle persone che hanno degli intenti comuni, improvvisamente avviene una rivelazione. Una generazione si presenta a sè stessa, si conosce e questo è il punto di partenza di qualunque possibilità futura. Qui i connotati sono cambiati. Tutte le denominazioni di “amicizia” e “conoscenza” proprie dei social e della rete internet vengono sospese quando si scende in piazza”.
I leader del movimento continuano a dire di non voler creare un partito. Ma non organizzandosi in una forma più strutturata non rischiano di perdere forza
“Secondo il mio punto di vista, la forza si perderebbe proprio nel momento in cui andrebbe a strutturarsi, irregimentandosi. Il passaggio alla forma partito decreterebbe la fase terminale, la morte del movimento. Sono abbastanza svegli da non ripetere le formule del passato. Credo che la loro forma decisionale resterà l’assemblea e che a Roma, sabato, ci sarà la convocazione degli Stati generali di una generazione politica”.
Le Sardine le ricordano i Girotondi?
“No. In questo momento, nel mondo – penso a Hong Kong, a Teheran, a Santiago del Cile – si sta muovendo una gioventù che sente di essere contemporanea, che scende in piazza per contarsi e contare. La possiamo considerare una tendenza civile generale. Mentre i Girotondi erano movimenti locali, hanno svolto la loro funzione in quel momento storico e si sono esauriti. Sentirsi parte di una generazione come sta succedendo ora è come è accaduto alla mia – quella del ’68 e di tutto il seguito di quell’inizio – è diverso. Incoraggia e dà motivazioni politiche”.
In che senso “politiche”?
“Non certo nel senso di stilare una serie di richieste. Adoperare la parola “inclusione” e già un programma, questa parola è la risposta più efficiente alla politica delle esclusioni, delle separazioni, delle contrapposizioni”.
I sondaggi cominciano a registrare un interesse crescente verso le Sardine. Ma nelle proiezioni le destre di Salvini e Meloni continuano a catalizzare gran parte del consenso degli italiani.
“Gli umori degli italiani sono mutevoli, non fondo alcuna valutazione sui sondaggi. Certo, la destra esiste. Ma che destra è? Più che sovranista, nazionalista, intimamente antieuropeista. In Francia, per esempio, il primo partito è il Fronte nazionale, ma non conta nulla, è solo un peso”.
In Italia, almeno nei sondaggi e nella narrazione corrente, vincono le destre di Salvini e Meloni. Le Sardine possono creare una inversione di tendenza?
“Se possono rendere innocuo quel tipo di nazionalismo? Abbiamo la prova favorevole delle piazze piene di gioventù. Per me il grande investimento è questo. La gioventù che sta investendo su sè stessa, che c’è, mi pare vada in direzione contraria a quella del nazionalismi e non si farà scoppiare il futuro dai rigurgiti del passato”.
Dovesse dare un consiglio, cosa direbbe alle Sardine?
“Non do consigli. Preferisco condividere, aggiungere la mia condivisione ideale e fisica. Così posso rispondere meglio a questo tipo di domande”.
(da “Huffingtonpost“)
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