LA SEGRETERIA M5S E’ APPENA NATA E GIA’ SCONTENTA TUTTI
TRENTA E CATALDO SUL PIEDE DI GUERRA: “MODALITA’ DI VOTO SCORRETTE”
La riorganizzazione del Movimento 5 Stelle, resa necessaria dopo tante sconfitte elettorali, porta con sè già parecchie polemiche.
Nel mirino ancora le decisioni calate dall’alto. In particolare finiscono sotto accusa, prima ancora di essere ratificati dalla piattaforma Rousseau, i sei referenti scelti da Luigi Di Maio, che creeranno attorno a lui una sorta di segreteria politica.
Ecco Massimo Castaldo, l’eurodeputato da tempo non in linea con le idee del capo politico: “Credo che non sia affatto corretto presentare un listino bloccato e dare la possibilità di votare solamente Si o No all’intera lista. Si sarebbe dovuto dare a tutti noi la possibilità di votare individualmente ogni componente di quella squadra”.
In pratica i sei dovranno essere votati in blocco e non si potrà esprimere apprezzamento per una persona e bocciarne invece un’altra.
Inoltre si ribella anche l’ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta, il cui team è stato escluso dalla votazione sui dodici facilitatori.
Ma procediamo per step. Prima di tutto parliamo della segreteria politica.
La squadra, studiata da Di Maio e messa ai voti, serve prima di tutto ad accontentare qualche scontento, per esempio chi è rimasto fuori dal governo Conte II, ma vi è anche una divisione per quote di peso.
Basti pensare che Enrica Sabatini, fedelissima di Davide Casaleggio, uno dei quattro soci dell’associazione Rousseau presieduta del figlio del cofondatore, sarà responsabile al “coordinamento e agli affari interni”. Si tratta di fatto di un ruolo fortemente politico.
Vicino a Davide Casaleggio vi è anche la senatrice Barbara Floridia, responsabile e-learning di Rousseau che adesso si occuperà della “formazione e del personale” del partito
Passiamo poi ai delusi da tranquillizzare. Di Maio affida a Danilo Toninelli, ex ministro dei Trasporti, che ha tentano invano di ricoprire il ruolo di capogruppo, l’organizzazione delle campagne elettorali.
Un ruolo è stato ricavato anche per Paola Taverna, rimasta fuori dal governo Conte II. La senatrice si occuperà dell’attivismo locale.
Alla comunicazione è stato designato Emilio Carelli, ex direttore di SkyTg24, che negli ultimi tempi non ha risparmiato qualche critica riguardo i messaggi lanciati dal Movimento 5 Stelle.
Infine l’eurodeputato Ignazio Corrao, tra le persone più vicine ad Alessandro Di Battista e tra i più ribelli rispetto all’alleanza con il Pd, diventerà il responsabile agli enti locali amministrati dal Movimento 5 Stelle.
Il quadro è questo, la piattaforma Rousseau dovrà solo ratificare la scelta di Di Maio. Sotto i sei responsabili che saranno i più vicini a Di Maio, ci saranno i dodici facilitatori con le loro squadre.
In questo caso la rete è chiamata a scegliere tra i vari team che si sono presentati per ogni settore. Quello che fa discutere è il team per la Sicurezza e Difesa.
Ci sono un progetto, i cui componenti sono Luca Frusone (facilitatore); Emanuela Corda; Luigi Piccirillo; Marcello La Rosa; Aniello Prisco; Andrea Grigoletto; Antonio Teti; Umberto Saccone; Vincenzo Siani.
Eppure si era presentata, annunciandolo in conferenza stampa, anche l’ex ministro della Difesa Elisabetta Trenta, il cui progetto è stato escluso: “Ritengo di essere vittima di una trama agita da alcuni poteri forti, ma non intendo mollare la presa. Questo episodio conferma le perplessità su alcuni processi decisionali dei vertici del Movimento”.
Sullo sfondo potrebbe esserci la questione immigrazione. Da cui Di Maio adesso se ne resta a debita distanza.
(da “Huffingtonpost”)
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