EVGENIJ PRIGOZHIN È MORTO DAVVERO O È TUTTA UNA MESSINSCENA? A WASHINGTON SONO A CONOSCENZA DELLA VERITÀ
LA CASA BIANCA, PERÒ, NON DIRÀ NÉ FARÀ NIENTE, IL TIMORE È CHE, FATTO FUORI PUTIN, ARRIVI UN LEADER ANCORA PIÙ PERICOLOSO… JAKE SULLIVAN, CONSIGLIERE PER LA SICUREZZA DI BIDEN, HA CONVOCATO PER DOMANI UN VERTICE CON I SUOI OMOLOGHI DI REGNO UNITO, FRANCIA E GERMANIA. E L’ITALIA? MELONI CONTINUA A NON CONTARE UN CAZZO
Evgenij Prigozhin è morto davvero o è tutta una messinscena? Non è dato sapere. Quel che è certo, però, è che a Washington conoscono tutta la verità. La Casa Bianca, con i satelliti come Echelon, i droni e la cara vecchia intelligence, sa, ma non vuole mettere becco negli affari di Mosca. È un approccio che Biden porta avanti da ormai diversi mesi: una linea di non interferenza che nasconde un ragionamento preciso.
A Washington hanno iniziato a temere il dopo-Putin. Il retropensiero che corre nelle teste degli alti papaveri della Casa Bianca è cinico, ma logico. Fatto fuori Putin, cosa può succedere in Russia? Il rischio è che il successore di Mad Vlad sia peggio dell’originale. Per questo, gli Stati Uniti preferiscono che rimanga lui. Belligerante, dittatore, “macellaio” (come lo definì Biden), ma almeno conosciuto, e – quasi sempre – prevedibile. È per questo che l’atteggiamento verso Zelensky, con il tempo, si è raffreddato, e anche gli aiuti militari hanno iniziato a scemare.
In questo contesto, si inseriscono due notizie molto interessanti, arrivate oggi. La prima: Joe Biden per la prima volta ha parlato di una possibile data di fine della guerra. In un messaggio per il Giorno dell’indipendenza ucraina, ha detto: “Spero che l’anno prossimo potrete celebrarlo in pace e sicurezza “. “Sleepy Joe” vuole sfruttare la fine del conflitto per la sua campagna elettorale e, sfruttare l’annuncio di un cessate il fuoco per arrivare alle elezioni, nel novembre 2024, e sventolare il suo impegno per la pace di fronte all’opinione pubblica a stelle e strisce, ormai stanca del conflitto.
L’altra notizia, ancor più cruciale, è che (si veda l’articolo di Axios sotto) il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, venerdì ha chiamato a raccolta gli omologhi di Regno Unito, Francia e Germania. Si parlerà, ufficialmente, di “questioni globali”. Di sicuro non è una coincidenza che il vertice sia stato convocato il giorno dopo la (presunta) morte di Prigozhin, autore due mesi fa del golpetto, finanziato da alcuni potenti oligarchi interessati a indebolire Putin.
E l’Italia? Per l’ennesima volta, l’atlantismo senza limitismo di Giorgia Meloni, sbandierato ai vertici internazionali con abbracci e bacetti a Biden, non basta: l’Italia non conta un cazzo, e la Ducetta si prende l’ennesimo schiaffone.
(da Dagoreport)
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