FATTURE “RITOCCATE” A MANO: E IL LEGHISTA SI BECCA PURE L’ACCUSA DI FALSO (OLTRE AL PECULATO)
IL CONSIGLIERE REGIONALE TORTEROLO TAROCCA LA FATTURA DI UNA PENNA… E SALVINI IN LIGURIA, CON TRE INQUISITI SU TRE, VUOLE PURE UNO DEI TRE CANDIDATO GOVERNATORE DEL CENTRODESTRA
Dal calderone delle spese leghiste salta fuori anche un gioco di prestigio: una fattura da 50 euro che in corso d’opera, secondo gli inquirenti grazie a una manina che intendeva ottenere un rimborso maggiore, diventano (molti) di più.
Ecco perchè nei confronti di Maurizio Torterolo, consigliere regionale del Carroccio già indagato per peculato nell’inchiesta sulle spese pazze, scatta anche l’accusa di falso.
La ricevuta è stata scoperta dagli uomini del nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, impegnati in un’analisi approfondita di tutti i rendiconti.
Sullo scontrino sarebbe visibile una correzione fatta a penna, che di fatto triplica il valore.
La manomissione sarà contestato a Torterolo nel corso dell’interrogatorio fissato giovedì prossimo, lo stesso giorno in cui è prevista l’audizione di Francesco Bruzzone, anch’egli esponente leghista e destinatario di un avviso di garanzia.
Il terzo indagato del partito del Nord, Edoardo Rixi, vicesegretario federale del movimento e candidato governatore alle prossime elezioni regionali, è stato sentito lunedì scorso.
A mettere nei guai la Lega è una serie di voci che all’apparenza, secondo il sostituto procuratore Francesco Pinto, nulla hanno a che fare con l’attività politica.
Voci di spesa di cui adesso gli eletti nell’assemblea regionale, nonostante la sbandierata lotta agli sprechi di Roma Ladrona, sono costretti a fornire giustificazione. Fra i rimborsi più sospetti c’è una mangiata di ostriche al Cafè de Turin di Nizza, soggiorni in montagna e gite fuori porta nei weekend, il 25 aprile e il Primo Maggio, in Italia e all’estero.
L’elenco delle contestazioni è lungo. Si va dai pernottamenti in località montane come Courmayeur, in Valle D’Aosta, e Limone, in Piemonte, a un agriturismo per due a Cogne, passando per alberghi in città d’arte come Venezia e Pisa.
Nel budget regionale sono finiti anche 84 scontrini in uno stesso ristorante di Savona, menù per bambini, pranzi a Pasqua, Epifania e Ferragosto, e una notte passata in un motel di Broni, in Provincia di Pavia.
Un capitolo a parte riguarda i regali di Natale, altra questione che aveva già pesato su vari partiti coinvolti nella stessa indagine: agende, libri, grappe e bottiglie di spumante sono state pagate dai cittadini.
A Francesco Bruzzone, storico esponente ligure del movimento, viene chiesto conto conto di alcuni pranzi di caccia nella zona di Mondovì.
Un contrappasso o quasi per lui, che da rappresentante in consiglio regionale ha sempre portato avanti le ragioni delle doppiette contro le limitazioni del calendario venatorio.
(da “il Secolo XIX“)
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