FINCANTIERI CONQUISTA STX, MA CON UNA QUOTA DI MINORANZA
I CANTIERI DI SAINT NAZAIRE PASSANO PER IL 48% ALL’AZIENDA ITALIANA
Stx France è di Fincantieri. Lo ha annunciato oggi il ministro francese all’Industria, Chrystophe Sirugue, chiudendo le trattative incominciate dopo il 3 gennaio, quando il gruppo italiano fu considerato «miglior offerente» per l’acquisizione di Stx France dal tribunale di Seul nella vendita del 66,66% di cui era proprietario il gruppo coreano Stx Offshore&Shipbuilding (il 33,34% era in mano allo Stato francese).
Trattative difficili, contrassegnate dalle imminenti elezioni presidenziali francesi e dalla “chiusura” delle autorità transalpine, che sin dall’inizio avevano usato toni definitivi, minacciando di «utilizzare tutte le leve» pur di giungere a un accordo soddisfacente.
Che per i francesi significava evitare il possesso a Fincantieri di più del 50%.
Difficili, ma non lunghissime, cui Bono si è presentato forte di un bilancio 2016 tornato in utile per 14 milioni (perdita 2015 di 289), ricavi a 4,4 miliardi (+5,9%) e un carico di lavoro a 24 miliardi di euro, pari a 5,4 anni di impegni.
Dati che gli hanno permesso di soddisfare uno dei 5 requisiti posti dai francesi: «Nessuna soppressione di posti di lavoro nei prossimi 5 anni», anzi l’impegno a 200 posti supplementari sino al 2018.
E un piano industriale per Saint-Nazaire che lo stesso Sirugue ha definito «ambizioso», con rafforzamento dei cantieri «nel core business e diversificazione delle energie marittime».
In cambio, Fincantieri si limiterà a essere «azionista di riferimento», con una quota sotto il 50% (circa il 48) per almeno 8 anni, e farà spazio per il 5-6% a un altro protagonista italiano, la Fondazione Cr Trieste; lo Stato francese, invece, conserverà il 33,3%.
Si aggiunge, inoltre, l’ipotesi di un ingresso del gruppo francese Dcns con il 12% e l’ingresso nel Cda (composto da 9 persone) di «un rappresentante dei dipendenti e il direttore generale del sito».
Fincantieri al termine della campagna di Francia diventa ciò che era nelle mire di Bono: una grande realtà europea che è player mondiale e può sfidare i 3 colossi della cantieristica coreani.
D’altronde, aveva lanciato un monito domenica scorsa dopo la pubblicazione di articoli della stampa francese che tradivano un “irrigidimento” dell’Eliseo: «È molto importante che l’Europa capisca finalmente che la competizione non è più all’interno dell’Europa, ma è nei confronti del resto del mondo, e quindi continuare ad avere una miriade di aziende che non hanno le dimensioni per supportare una concorrenza agguerrita in futuro è miope».
Anche per Stx, che occupa circa 2300 persone e sono gli unici cantieri francesi in grado di costruire grandi navi militari, comprese le portaerei, si prospetta un grande avvenire.
In Italia, Bono incassa la soddisfazione del ministro Padoan, che parla di «dimostrazione che le grandi imprese italiane che hanno investito sulla competitività e la credibilità internazionale possono conseguire posizioni di leadership in settori strategici per l’economia globale. Se da un lato gli investimenti stranieri in Italia possono dare un contributo alla crescita, dall’altro ritengo molto importante che ci sia più Italia all’estero».
A fargli eco, la presidente del Friuli, Debora Serracchiani, con un doppio orgoglio triestino: Fincantieri e Fondazione Cr Trieste.
Dalla sede del gruppo, proprio a Trieste, soltanto poche righe di «soddisfazione» e l’indicazione di un «accordo che conferma la lunga e fruttuosa collaborazione nel settore militare con la società francese Dcns».
(da “il Secolo XIX”)
Leave a Reply