FINI IN CAMPO: “PRONTO A RIFARE LA DESTRA”
“SENZA GUIDARE UN PARTITO E SENZA ENTRARE IN PARLAMENTO, MA ANCHE SENZA TORNARE INDIETRO”
A volte ritornano. Soprattutto in politica.
Stavolta tocca a Gianfranco Fini.
Sì, l’ex presidente della Camera, che nel 2011 ha tentato di far cadere il governo Berlusconi e ha fondato un nuovo partito, Futuro e Libertà , potrebbe rientrare presto in campo.
Ovviamente per costruire (pure lui) la nuova destra. Non più quell’area centrista che soltanto poco tempo fa aveva vagheggiato con Monti e Casini.
Dopo aver criticato l’operazione di Fratelli d’Italia, che ha recuperato il simbolo di An, e aver definito Ignazio La Russa e Giorgia Meloni «bambini viziati che scimmiottano la storia», Gianfranco Fini si è materializzato ieri con un tweet eloquente: «Sono pronto a raccogliere la sfida per costruire una nuova #destra».
Un proclama, che a molti sarà sembrata una minaccia, su cui Fini, ospite del programma tv «L’aria che tira» su La7, si è dilungato, abbozzando addirittura un programma: «Che oggi la destra sia in una condizione, ahimè, di diaspora è un dato di fatto – ha detto – Io ho le mie responsabilità e chi avrà la bontà di leggere il libro che ho scritto se ne accorgerà . Ma ripeto il concetto: non si mettono assieme i cocci. Non si può far finta di tornare indietro».
Insomma, no alle operazioni «nostalgia». Bisogna guardare avanti, ripete Gianfranco, anche nel libro «Il Ventennio», dove rivendica le sue scelte.
Ora spiega: «Io invito tutti coloro che mi dicono: “Rifacciamo la destra” a dire: “Io ci sto, io sono pronto. Da domani. Senza tornare in Parlamento, io ci sono stato trent’anni. Senza guidare un partito, si fa politica anche scrivendo un libro”».
Ma insiste: «Vogliamo capire che cosa è la destra? Perchè altrimenti continuiamo con questa logica del gioco degli specchi per cui continua l’anatema nei confronti degli altri».
Insomma, nota Fini, «sta cambiando tutto. Qualcuno può dire che Renzi è un comunista e che se vince c’è il pericolo della libertà ?».
L’ex presidente della Camera precisa anche che non accetterà mai l’epiteto di traditore.
Proprio per questo aggiunge: «Mi considero politicamente e culturalmente un uomo di destra».
Ed ecco il «programma»: «La mia idea di destra non prevede l’uscita dall’euro, la mia idea di destra non prevede di discriminare lo straniero soltanto perchè ha una pelle diversa».
Infine avverte: «Lasciate stare Fiuggi. Se volete rifare qualcosa di destra avete il diritto di farlo ma a condizione di chiarire che cosa si intende per politiche di destra».
Alberto Di Majo
(da “il Tempo“)
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