FINI NON CADRA' NELLA TRAPPOLA: A MIRABELLO IL DISCORSO ALLA NAZIONE, SOLO A NOVEMBRE LA SVOLTA A PERUGIA
“PRIMA MI HA CACCIATO DAL PARTITO DICENDO CHE HO TRADITO GLI ELETTORI, ORA CHE LI TRADEREI SE FACESSI UN PARTITO: QUALCUNO GLI SPIEGHI CHE GLI ELETTORI SONO CITTADINI, NON SUDDITI”….LA STRATEGIA DI FINI PER RILANCIARE UNA DESTRA MODERNA IN ITALIA
“Prendere o lasciare? Non siamo mica al mercato. Prima mi ha cacciato dal partito per aver posto dei problemi politici dicendo che avrei tradito gli elettori. Ora che li tradirei facendo un partito. Qualcuno gli spieghi che gli elettori sono cittadini e non sudditi”.
Dopo aver commentato coi suoi collaboratori l’ultimo diktat proveniente da Palazzo Grazioli, Fini ha dettato la linea: nessun problema a votare gli indirizzi di principio dei cinque punti, ma verifica dei singoli provvedimenti che verranno portati in parlamento.
Su fisco e Sud era stato Fini a sollecitare delle iniziative, ma vuole vedere se anche stavolta sono solo parole o seguiranno finalmente fatti concreti.
Sul federalismo vuole conoscere costi e distribuzione reale degli stessi tra nord e sud, sulla giustizia ribadisce che il processo breve non era nel programma e non si possono cancellare 5 milioni di processi per salvare i due del premier.
Il presidente della Camera non molla e invita i suoi a tenere i nervi saldi,di fronte a una offensiva senza precedenti a livello mediatico.
Ma i nodi stanno venendo al pettine: la campagna diffamatoria di cui è vittima sta cominciando a ritorcersi contri chi l’ha lanciata.
Testimoni fasulli scoperti, smentite delle autorità monegasche, accuse dell’ex legale di Guacci contro chi ha messo in atto un “piano per screditare la terza carica istituzionale” del Paese.
E la controffensiva giudiziaria a suon di querele e denunce all’ordine dei giornalisti, con l’abile regia di Giulia Bongiorno che detta tempi e modi, comincia a dare i suoi frutti.
Potete immaginare se nel giro di qualche mese tutto si rivelasse non solo un bluff, ma con una cabina di regia ben precisa e una precisa decisione di archiviazione da parte della magistratura, che effetto boomerang si verificherebbe per chi ha istigato al linciaggio.
Sarebbe evidente a tutti che Fini è stato vittima di una congiura e il consenso verso di lui salirebbe in maniera imprevedibile.
Di pari passo, per il mandante sarebbe una tragedia.
Tutti attendono poi il discorso che Fini terrà a Mirabello, in occasione del tradizionale appuntamento con la base, ma non vi sarà nessun strappo.
Fini pronuncerà un “discorso alla nazione”: richiamo ai valori etici, all’unità della patria, al ruolo dei giovani, in fieri un manifesto del nuovo soggetto politico, ma niente fughe in avanti, per compattare la base.
Una strategia di attesa delle mosse della controparte, sia sui 5 punti, che sul deferimento ai probiviri dei tre finiani Bocchino, Granata e Briguglio.
Tutto si deciderà entro settembre/ottobre.
Se prevarranno i falchi berlusconiani e verranno fatti fuori anche i finiani nei vari coordinamenti, sarà gioco facile a quel punto andarsene, addossando al premier la responsabilità della rottura, con la comprensione dell’elettore di centrodestra che assisterà a questa vergognosa discriminazione.
La svolta avverrà in questo caso il 6 e 7 novembre a Perugia, dove si svolgerà la prima Convention nazionale di “Generazione Italia” che nel frattempo si sta dando una organizzazione territoriale con circoli in tutte le province e ha già raggiunto un livello di adesioni impensabile.
A quel punto , lasciata alle spalle la prospettiva di elezioni in autunno, ci sarà tempo per pensare al futuro e a una eventuale campagna elettorale per l’anno prossimo.
Chi decide se e quando si andrà a votare è solo Fini.
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