FOCOLAIO BOLOGNA, I “BUCHI” DELLA DITTA BARTOLINI
UN CONTROLLO A SORPRESA DEL 18 GIUGNO HA RISCONTRATO MANCANZE SUL RISPETTO DELLE NORME ANTI-COVID
Segnalazioni tardive al medico di base, mancato rispetto delle distanze, utilizzo non sempre consono delle mascherine e poca pulizia dei locali.
Sono questi i “buchi” riscontrati dall’Ausl di Bologna riguardo al focolaio Covid scoppiato nel magazzino dell’azienda logistica Bartolini (BRT) nel capoluogo emiliano delle Roveri.
Al momento sono quasi 200 le persone sotto sorveglianza. I positivi in particolare sono 64, di cui però nove sintomatici, con due ricoveri. I casi per ora riguarderebbero solo i magazzinieri, escludendo autisti e corrieri. Intanto l’azienda ha fatto sapere di aver effettuato screening con tampone su circa 370 persone.
A fare il punto della situazione è Paolo Pandolfi, direttore del dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl bolognese. Le attività di tracciamento e screening, spiega all’agenzia di stampa ‘Dire’, “sono iniziati appena abbiamo avuto i primi casi”. La procedura è partita “dopo la segnalazione di un medico, la settimana scorsa. Ma i lavoratori hanno contattato tardivamente il proprio medico – rileva Pandolfi – e questo non va bene. Serve molta responsabilità in questo momento”.
Nei primi giorni di analisi, continua il dirigente dell’Ausl, “abbiamo trovato 47 dipendenti positivi, di cui sei sintomatici”. Ci sono inoltre “altri 17 casi, riconducibili al focolaio lavorativo della Bartolini, tra familiari e conoscenti, di cui tre sintomatici”. Quindi in totale a ieri sono 64 i casi di Covid-19, di cui nove sintomatici, con due ricoverati nei reparti Covid degli ospedali bolognesi e tutte le altre persone in isolamento a casa. L’indagine è stata poi estesa anche ad altri contatti stretti, spiega ancora Pandolfi: altri lavoratori della Bartolini, familiari e conoscenti, che per ora però non risultano positivi.
Si parla in ogni caso di altre 130 persone in isolamento a casa, alcune con tampone negativo e tutte sotto sorveglianza. “Il focolaio al momento interessa solo i magazzinieri delle Roveri – ci tiene a precisare Pandolfi – non autisti, corrieri e impiegati. Ma faremo i tamponi anche a loro, per essere sicuri”. Ad oggi sono stati eseguiti 138 tamponi, che hanno determinato i 64 casi, e altri 190 sono stati fatti nella giornata di oggi.
Il dirigente prosegue: “Il focolaio è sotto controllo e sappiamo dove fare le indagini. È probabile che ci sia un’evoluzione in crescita nei prossimi giorni. Anzi, più troviamo nuovi casi e meglio è, perchè vuol dire che la nostra attività sta funzionando”.
Ma come è nato il focolaio? “Il problema è che le regole vanno rispettate”, risponde Pandolfi. Nella notte di giovedì scorso, il 18 giugno, l’Ausl ha fatto un sopralluogo a sorpresa nel magazzino di Bartolini alle Roveri, riscontrando mancanze e facendo alcune prescrizioni all’azienda (non sanzioni).
“Non tutti portavano la mascherina – riferisce il dirigente Ausl – non era sempre garantito il rispetto delle distanze e c’erano alcune mancanza anche sulla gestione dei locali in termini di pulizia”.
La ditta ha quindi chiuso il magazzino per qualche giorno, spiega Pandolfi, “per sanificare i locali, e ha mandato a casa tutti i lavoratori impiegati dall′1 giugno, reclutando altri 30 addetti da diverse cooperative e riaprendo da lunedì il magazzino con attività ridotta”. Anche su questi nuovi lavoratori, l’Ausl ha avviato i controlli.
Sul caso l’azienda BRT Corriere Espresso ha scritto un comunicato in cui sottolinea di stare operando in stretta collaborazione con l’Asl ed in rigorosa conformità al “Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”. E spiega di aver di aver effettuato screening con tampone su circa 370 persone.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply