CHI RISCHIA DI PIU’ UNA SECONDA ONDATA
PER L’OMS IL COVID COLPIRA’ DI NUOVO IN AUTUNNO IN EUROPA… L’UNIVERSITA’ DI OXFORD METTE DIECI PAESI IN CIMA AL RISCHIO (ITALIA COMPRESA)
Una montagna di dati. Una montagna di dati per leggere la pandemia e prevedere il montare della seconda ondata, lo scenario che oggi preoccupa un po’ tutti, Italia inclusa. Dati che si incrociano con altri dati — da una parte i nuovi contagi, dall’altra il grado di severità della risposta dei vari governi — per arrivare a una mappa del rischio della seconda ondata nel mondo, ben sapendo che alcuni Paesi — soprattutto in Sud America — sono ancora nella morsa della prima ondata.
C’è tutto questo nella mega analisi realizzata dal Guardian, che ha messo in correlazione i dati sul coronavirus allo strumento di tracciamento della risposta dei governi messo a punto dall’Università di Oxford (The Oxford COVID-19 Government Response Tracker)
L’analisi fa emergere quanto i Paesi più “rilassati” nella risposta a Covid-19 siano anche i più esposti al rischio di una seconda ondata.
Tra i 45 Paesi dove il virus sta colpendo più duramente, 10 sono tra gli Stati caratterizzati da approcci meno rigorosi nella gestione dell’epidemia, un dato che sottolinea l’impatto mitigante di politiche sanitarie efficaci.
L’Italia, come la Spagna, rientra in questa categoria: il rigido lockdown e l’allentamento graduale delle misure hanno significativamente rallentato la corsa del virus, evitandoci di essere nella lista dei Paesi più a rischio.
Tra i 10 Paesi più esposti – e meno stringenti nelle misure di contenimento – ci sono gli Stati Uniti (che stanno registrando il più grande aumento di infezioni da aprile), l’Iran, la Germania e la Svizzera (due Paesi in cui il tasso di trasmissione è salito sopra uno questa settimana). Tra i Paesi più colpiti e meno severi nelle chiusure, in nove si segnala un numero crescente di casi, mentre in tre la curva si sta appiattendo.
L’analisi del Guardian arriva nel giorno in cui l’Oms ha avvertito l’Europa sul rischio di una seconda ondata in autunno. “Ancora oggi abbiamo picchi di contagi da prima ondata in molti Paesi. Dobbiamo prepararci per l’autunno, quando Covid-19 incontrerà influenza stagionale e polmoniti. Il virus circola ancora attivamente, e non abbiamo vaccini nè farmaci specifici ed efficaci”, ha detto il direttore regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità , Hans Kluge, in conferenza stampa.
Un Paese è stato classificato come “rilassato” se il suo punteggio dell’indice di rigidità è inferiore a 70 su 100, secondo gli ultimi dati del tracker dell’Università di Oxford. Lo strumento valuta le campagne di informazione pubblica, le misure di contenimento e le chiusure per dare un punteggio massimo di 100 sull’indice di rigore.
Indicativo è il caso della Germania, dove il tasso di diffusione del virus è balzato a quasi tre punti all’inizio di questa settimana a causa del focolaio scoppiato nel mattatoio di Tà¶nnies, che ha spinto le autorità a reintrodurre il lockdown in due Là¤nder. La risalita dei contagi è scoppiata dopo che lo Stato aveva abbassato il suo indice di rigore: da 73/100 all’inizio di maggio a 50.
Se in Germania l’aumento dei casi è ancora contenuto, altri Paesi — come l’Arabia Saudita e l’Iran — stanno vivendo una seconda ondata pronunciata dopo aver revocato le misure di blocco. L’Iran ha iniziato a vedere un secondo picco del virus dopo aver ridotto il lockdown a maggio.
Negli Stati Uniti l’ammorbidimento delle misure deciso da diversi governatori ha fatto abbassare il punteggio di rigore complessivo: ciò ha portato a riacutizzazioni locali, con nuovi casi settimanali in aumento di un quarto rispetto alla scorsa settimana.
In Germania nell’ultima settimana i casi sono aumentati del 36,7% rispetto alla settimana precedente, negli Usa del 24,6%, in Ucraina del 19,3%. Gli altri Paesi a rischio dopo l’allentamento sono la Svizzera (+15,1%), il Bangladesh (+12,9%), la Francia (+12%), l’Iran (+6,6%), l’Indonesia (+2,3%).
Nell’analisi del Guardian, l’Italia rientra insieme alla Spagna tra i Paesi in ripresa dopo essersi rilassati. Nell’ultima settimana, però, la caduta dei contagi in Spagna ha doppiato quella italiana (-61,4% vs -30,9%), e nuovi focolai come quello di Bologna e Mondragone mostrano come sia facile riaccendere la miccia del contagio.
Sette dei 45 paesi che registrano oltre 25.000 casi di coronavirus al giorno sono ancora in lockdown, con un punteggio di rigidità compreso tra 70 e 80, mentre i casi continuano a salire.
In questo gruppo ci sono il Brasile (+17,5% rispetto a una settimana fa), l’India (+24,1), il Sudafrica (+21,6%) e l’Egitto (+8,5). Le percentuali più inquietanti, però, sono quelle di Bolivia, Argentina e Colombia, dove nell’ultima settimana i nuovi contagi sono aumentati rispettivamente dell’80,4%, del 64,3% e del 31%.
Qui le misure di lockdown hanno avuto un impatto molto minore rispetto ai rigidi blocchi europei. Blocchi che — avvertono gli esperti — potrebbero tornare necessari in autunno, quando il mix di virus, influenze e polmoniti dà corpo al rischio di una seconda ondata sul Vecchio Continente.
(da agenzie)
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