FONTANA CI VUOLE FAR PASSARE TUTTI PER ALLOCCHI
RACCONTA CHE NEGLI ANNI ’80 ERA DI MODA PORTARE I SOLDI ALLE BAHAMAS (GLI EVASORI FORSE…) … DIMENTICA CHE L’ANAC LO MULTO’ PER NON AVERLI DICHIARATI E PASTICCIA CON PAROLE E DATE
In un’intervista concessa oggi a Francesco Bei per Repubblica, Fontana scansa con sdegno l’ipotesi che i cinque milioni di euro giacenti sul conto svizzero e proveniente dalle Bahamas (da dove sono rientrati con lo scudo fiscale per i denari illecitamente detenuti all’estero) provengano da evasione.
Mio padre era un dipendente della mutua — dice — e mia madre una super fifona: figuriamoci se frodava l’erario. Certo, è una cifra importante. Non so perchè i miei portassero soldi ai Caraibi, aggiunge, ma negli anni Ottanta era di moda (sì, c’erano i Duran Duran, il piumino Moncler e il conto alle Bahamas).
Comunque, a metà degli anni Ottanta con quei soldi ci potevi quasi comprare Maradona (il Napoli lo pagò 14 miliardi di lire). È inevitabile sollevare un po’ di curiosità .
Nella stessa intervista, Fontana spiega di avere ereditato il conto, di averlo dichiarato nel rispetto delle leggi e di aver pagato il dovuto. Ma sempre stamattina, sul Corriere, Luigi Ferrarella racconta della multa da mille euro comminata dall’Anac (Anticorruzione) poichè Fontana nel 2016 aveva omesso la dichiarazione sul suo stato patrimoniale (relativa al 2015, anno in cui i soldi del conto svizzero vengono sanati). Ferrarella ipotizza che mille euro di multa erano una sanzione molto abbordabile, in cambio del silenzio su una eredità così particolare, e così particolarmente imbarazzante per un uomo delle istituzioni.
In seguito Fontana dichiarerà tutto, ma senza più l’obbligo di indicare la voluntary disclosure, cioè di aver sanato soldi illecitamente depositati all’estero.
Comunque Ferrarella fissa nel 1997 l’inizio dei depositi alle Bahamas (non negli anni Ottanta) e nel 2005 la data di creazione dei due trust da cinque milioni.
Fin qui tutto lecito. Anche le amnesie. Se ce ne fossero, anche le frottole.
Certo, stiamo parlando di un amministratore leghista, prima gli italiani, abbasso l’euro, i ladroni di Bruxelles eccetera, con cinque milioni di euro che dall’Italia vanno alle Bahamas e dalla Bahamas in Svizzera (“Curioso vedere quanti benpensanti e moralisti di sinistra saran beccati coi milioni nascosti in Svizzera”, scriveva Matteo Salvini su Twitter nel 2015, l’anno in cui Fontana accede al voluntary disclosure e, omettendone la dichiarazione, evita di farsi beccare coi milioni in Svizzera).
Ci sarebbero poi tutte le date — quella in cui Fontana scopre della commissione dei camici all’azienda di moglie e cognato, quella in cui viene contattato dai giornalisti di Report, quella dell’incredibile bonifico da 250 mila euro al cognato, e come minimo fa una gran confusione – ma sono passaggi sui cui s’è già scritto molto e non si vuole annoiare chi legge.
“Non tollererò che qualcuno metta in dubbio la mia integrità e quella dei miei famigliari”, ha detto ieri Fontana in Consiglio regionale.
Però non è tanto tollerabile nemmeno che ci si voglia fare passare tutti per allocchi.
(da “Huffingtonpost”)
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