FORZA ITALIA, IPOTESI PAOLO BERLUSCONI AL SENATO NEL SEGGIO DEL FRATELLO SILVIO
IL COLLEGIO DI MONZA SARA’ TRASMESSO PER VIA EREDITARIA? … TAJANI TELEFONA A TUTTI PER EVITARE LE FUGHE
Li ha chiamati uno per uno, i big del partito: vicecoordinatori, capigruppo, governatori. A tutti, Antonio Tajani, ha chiesto di stare uniti. Ancora troppo forte lo shock della morte di Silvio Berlusconi, palpabile l’ansia per il futuro, reale il rischio di un esodo: serve un segnale. E il coordinatore ha deciso di darlo cercando di compattare la Forza Italia orfana del fondatore attorno a una road map. Che sarà illustrata stamattina, in una conferenza stampa nella quale Tajani si siederà al fianco dei presidenti delle rappresentanze parlamentari in Italia e in Europa, Paolo Barelli, Licia Ronzulli e Fulvio Martusciello, espressioni delle diverse anime del partito. Si parlerà di nuove iniziative in programma e del rilancio della campagna di tesseramento. Soprattutto, verrà annunciato l’avvio delle procedure di un congresso, termine quasi sconosciuto a chi in 29 anni ha aderito al primo dei partiti personali.
Ma altro punto importante sarà la transizione: come da statuto, di qui a pochi giorni scatterà l’iter per la sostituzione – temporanea, al momento – di Berlusconi. Altra inevitabile novità: Forza Italia per la prima volta dal 1994 a oggi avrà come presidente una figura diversa da quella del fondatore, defunto lunedì. E sarà Antonio Tajani. Si è stabilito di attuare al più presto l’articolo 19 dello statuto, che così recita: “In caso di dimissioni o impedimento permanente del Presidente, il Comitato di Presidenza convoca immediatamente il Consiglio Nazionale che provvede alla sua sostituzione temporanea per il periodo strettamente necessario per la convocazione del Congresso Nazionale”. Al di là del burocratese e dell’ampio uso di maiuscole, la strada è segnata: il presidente (o reggente, a seconda delle angolazioni) sarà Tajani che di Berlusconi negli ultimi anni è stato il vice.
Soluzione che non è automatica ma che nessuno, almeno al momento, mette in discussione. In vista di un congresso i cui tempi sono da definire: e non è una variabile di poco conto. Perché senza un’intesa fra le varie componenti del partito (la minoranza reclama il ruolo di coordinatore) e una prospettiva almeno di medio periodo, è forte il rischio del “fuggi fuggi” evocato mercoledì da un vecchio navigante forzista come Claudio Scajola.
Tajani prova a tessere la sua tela, con la sponda di Giorgia Meloni alla quale una Forza Italia in disarmo rappresenta il pericolo di un’instabilità parlamentare. FdI, d’altronde, è l’approdo probabile per i transfughi forzisti, anche se il presidente del Senato Ignazio La Russa esclude lo scenario di un partito unico: “In Italia, dai tempi dei socialisti a quelli del Pdl, operazioni di questo genere non hanno mai funzionato”.
In una giornata senza sosta, fra l’incontro con Elon Musk e un Consiglio dei ministri in cui ha ricordato Berlusconi, Tajani ha rassicurato al telefono i colleghi di partito e ha garantito che il sostegno della famiglia non è in discussione. Potrebbe plasticamente concretizzarsi – secondo alcune indiscrezioni – con la candidatura di Paolo Berlusconi nel collegio senatoriale di Monza, rimasto vacante dopo la morte del fratello. Vanno dati i contorni all’influenza di Marta Fascina, che prima della scomparsa dell’ex premier era molto forte. La deputata campana rimane legatissima a Marina Berlusconi, la primogenita del Cavaliere. E in ambienti forzisti non si esclude che nel nuovo organigramma per Fascina ci sia un ruolo. Sono le incognite che accompagnano il compito di Tajani, che intanto si prepara ad assumere il ruolo di presidente di Forza Italia. Temporaneo, dice lo statuto. Ma la storia di FI prosegue. Si è chiusa un’era, se ne apre subito un’altra. E quanto sia lunga nessuno oggi può dirlo.
(da agenzie)
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