GENOVA: UN APPALTO PER 20.000 EURO
SCANDALO MENSOPOLI: DALLE INTERCETTAZIONI EMERGONO GRAVI RESPONSABILITA’ DEI POLITICI DIESSINI GENOVESI ARRESTATI. APPALTI PILOTATI E PRESUNTI APPOGGI DEL CARDINAL BERTONE. CITATI ANCHE IL MARITO DEL SINDACO E MOLTI POLITICI
Sta in 607 pagine dell’ordinanza che ha disposto l’arresto di Stefano Francesca ( portavoce del sindaco), Massimo Casagrande e Claudio Fedrazzoni ( ex cons. com. Ds) , Roberto Alessio (imprenditore) e Giuseppe Profiti (direttore del Bambin Gesù, agli arresti domiciliari) il duro atto di accusa dei magistrati genovesi nell’ambito dell’inchiesta sugli appalti delle mense genovesi.
Mentre gli arrestati sono stati suddivisi tra le carceri di Marassi, Pontedecimo e Chiavari con divieto di contatti con l’esterno, nessun rapporto tra di loro e negazione di giornali e Tv, sono state formalizzate le accuse: corruzione, turbativa d’asta, associazione a delinquere “allo scopo di commettere delitti di corruzione, turbativa d’asta e utilizzo e registrazione di fatture per operazioni inesistenti”.
Per Profiti l’accusa è solo di turbativa d’asta, indagati ma liberi il direttore della Asl 2 savonese Alfonso Di Donato e gli assessori Massimiliano Morettini e Paolo Striano. Indagato anche il noto imprenditore calabrese ( più volte oggetto di attenzione da parte della Dia) Gino Mamone.
Si legge nell’ordinanza del Gip Roberto Fucigna che ” pare incontestabile che lo stretto legame tra gli indagati, quale si evince dall’imponente numero di conversazioni telefoniche e ambientali, sia indice di un permanente vincolo associativo stabilitosi in vista della commissione di una serie indeterminata di delitti contro la pubblica amministrazione, cui ogni soggetto fornisce un determinato apporto.
Il Fedrazzoni e il Casagrande, in ragione della pregressa militanza politica ( Ds) e dei ruoli isituzionali di pubblici amministratori ricoperti, mostrano una notevole dimestichezza di rapporti con esponenti della politica genovese che utilizzano per l’acquisizione di notizie circa lo svolgimento delle gare di appalto pubbliche per favorire il loro sodale Alessio Roberto. Costui, a sua volta grazie al rapporto con Casagrande e Fedrazzoni, persegue l’obiettivo di acquisire con metodi illeciti l’aggiudicazione di appalti in ambito ligure.
In tale contesto svolge un ruolo determinante il Francesca, in ragione del ruolo ricoperto di responsabile delle relazioni pubbliche e istituzionali del Comune di Genova”.
Gli interrogatori inizieranno a partire da domani. Sotto accusa un vero e proprio “comitato di affari” che avrebbe dovuto pilotare due appalti da 60 milioni di euro che la Alessio Spa di Vercelli si voleva accaparrare, contando sulla complicità degli accusati,con una tangente da 20mila euro l’anno più una super rata da 75mila euro ( su un totale di 219mila) da corrispondere a Fedrazzoni per l’affare della Asl 2 di Savona.
Soldi regolarmente fatturati con sponsorizzazioni per associazioni, false fatture per fittizie ricerche di mercato e sbianchettamenti di fatture riciclate.
Negli articoli a seguire i dettagli di quanto emerge nelle intercettazioni in cui figurano citati il cardinal Bertone, il marito del sindaco Vincenzi e molti politici genovesi.
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