GIORGIA MELONI E IL TRASFORMISMO: TAGLIARE DEFINITIVAMENTE LE VECCHIE RADICI (EURO-SCETTICISMO E SOVRANISMO) PER ALLEARSI CON IL PPE
STA TRATTANDO UN’ALLEANZA TRA IL SUO GRUPPO ECR, CONSERVATORI E RIFORMISTI, E IL PARTITO POPOLARE EUROPEO IN VISTA DEL VOTO DEL 2024
Giorgia Meloni ha deciso di dare una definitiva sterzata al suo standing internazionale. Il passaggio chiave per costruire una nuova immagine di sé all’estero passa ovviamente per l’Europa. Il suo obiettivo è negoziare un’alleanza tra il gruppo dei Conservatori e Riformisti ECR, di cui è presidente, e il Partito Popolare Europeo (Ppe), in vista delle elezioni europee del 2024.
A fare da mediatore è il ministro degli esteri, Antonio Tajani, grande conoscitore degli equilibri tra i palazzi belgi, nonché amico del presidente del partito popolare, Manfred Weber.
La trattativa sta avvenendo alle spalle di ciò che resta di Silvio Berlusconi: il Cav aveva sempre immaginato per sé il ruolo di traghettatore di ex missini e leghisti verso i salotti bene dell’Europarlamento, ma ora la sua parabola discendente lo ha privato di qualsiasi potere negoziale.
Il piano della Meloni si basa sulla volontà di trasformare Fratelli d’Italia da partito euro-scettico e sovranista in formazione conservatrice.
Una solida alleanza Ecr-Ppe andrebbe a rafforzare anche il rapporto con Ursula Von Der Leyen, eletta in quota popolare (veniva dal partito della Merkel, la Cdu) e che sogna la riconferma alla guida della Commissione: il suo mandato scade il 31 ottobre 2024.
Ovviamente l’asse tra le due formazioni dell’Europarlamento sposterebbe a destra il baricentro del Partito popolare, al cui interno ora campeggiano, con tendenze più moderate, anime liberali e vecchi volponi democristiani. Inoltre, cambierebbe la stessa maggioranza del parlamento a Bruxelles, dove i Socialisti & Democratici, fiaccati dallo scandalo mazzette Qatargate, sono piuttosto indeboliti politicamente.
I piani del tandem Meloni-Tajani potrebbero essere ostacolati dai polacchi del PiS, alleati di Fratelli d’Italia e, attualmente, il partito più numeroso del gruppo Ecr all’Europarlamento.
Il potere di interdizione di Kaczynski e soci si deve alla rinnovata centralità di Varsavia a seguito dello scoppio della guerra in Ucraina: il fervore anti russo, l’oltranzismo atlantista e la disponibilità totale verso le richieste di Zelensky hanno trasformato i polacchi. Non sono più appestati da sanzionare per le violazioni allo stato di diritto, ma interlocutori imprescindibili.
Un’eventuale alleanza Ecr-Ppe cambierebbe il profilo politico di Giorgia Meloni agli occhi dell’establishment internazionale. Una fiche gettata sul tavolo per la sua carriera, presente e futura
(da Dagoreport)
Leave a Reply