GLI ANNI D’ORO DI RENZI E VERDINI E I LORO APPUNTAMENTI FISSI DEL LUNEDI
CHE SI VEDESSERO PER COMMENTARE LE PARTITE DELLA FIORENTINA?
I don’t like mondays, non amo i lunedì, cantavano i Boomtown Rats di Bob Geldof nel 1979.
Matteo Renzi era troppo giovane anche per fare il boy scout e Denis Verdini non era ancora il plenipotenziario berlusconiano che è ora.
Uno è spigliato, dicono simpatico, con quell’apparente franchezza da maledetto toscano; l’altro fa il sindaco di Firenze.
Chi l’avrebbe mai detto che avrebbero finito per vedersi spesso e, a dar retta a certe voci, proprio al lunedì
Non è una frequentazione recente, certo, dato che entrambi rappresentano diversi poteri in città : il Comune (e prima la Provincia) da una parte; qualche banca e qualche giornale dall’altra, e in una città che non è esattamente una metropoli prima o poi ci si incontra.
Ma le parole di Silvio Berlusconi stupiscono lo stesso: “Matteo e Denis si vedono da anni ogni lunedì a Firenze”, ha detto Silvio.
E va notato quel “da anni”, che getta una luce inquietante sia sul nuovo che avanza, sia sul vecchio che avanza anche lui.
Un avanzamento incrociato, insomma.
Può essere l’età , chissà , oppure la confusione del momento, e l’anziano leader di Palazzo Grazioli potrebbe anche confondersi: magari con quei lunedì di Arcore che lui stesso passava con Bossi e il gotha della Lega, quando ancora non si sapeva di ragazzine, lauree albanesi, compravendite di diamanti e senatori.
Lunedì tristanzuoli, quelli.
Mentre sui lunedì di Renzi e Verdini nulla si sa e nulla trapela. Certo è che tra i due la conoscenza non è di oggi.
Molti dicono che la scelta di candidare per la destra Giovanni Galli a sindaco di Firenze, nel 2009, fu tutta di Verdini, e fu un aiutino mica male per il giovane rampante Renzi, che vinse a man bassa contro un candidato inconsistente.
Poi ci sono, per nulla negati nè da una parte nè dall’altra, i contatti per mettere a punto l’Italicum, affinare dettagli, limare accordi, stabilire paletti nella trattativa, con Renzi che fa Renzi e Verdini fa la controfigura di Berlusconi.
Rimane il mistero su quel “da anni”, che, se vera, sarebbe una rivelazione non da poco. E poi, magari anche sulla scelta del giorno.
Perchè il lunedì: per iniziare bene la settimana? Per commentare le partite della Fiorentina? Per ricordare gli anni dorati di Aldo Biscardi e del suo “Processo”? Difficile: perchè Verdini, pluri-indagato, alla parola “processo” è piuttosto allergico.
E perchè Renzi con i suoi tre incarichi (sindaco, segretario del Pd e capo dell’opposizione al governo Letta) dev’essere molto occupato.
Anche al lunedì.
Alessandro Robecchi
(da “il Fatto Quotidiano“)
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