GLI EFFETTI DELLA CULTURA LEGHISTA: A COMO SPUTI, INSULTI E TENTATA AGGRESSIONE SU UNA GIOVANE CESTISTA DI COLORE
ABIOLA WABARA, ITALIANA, FIGLIA DI NIGERIANI, TESSERATA PER LA GEAS (SERIE A), E’ STATA BERSAGLIATA DA 15 COGLIONI RAZZISTI DELLA FORMAZIONE DI CASA….MA L’ARBITRO NON HA SOSPESO LA PARTITA E NESSUNO HA ISOLATO QUELLA FECCIA CHE AVREBBE DOVUTO ESSERE ARRESTATA IN FLAGRANZA DI REATO
Sputi, insulti, cori razzisti rivolti all’indirizzo di una giocatrice italiana di origine nigeriane.
L’episodio due sere fa nel corso di Comense-Geas Sesto San Giovanni, gara di cartello per la serie A femminile di basket.
Durante l’incontro un gruppo di tifosi della squadra locale ha preso di mira Abiola Wabara, 29enne ragazza di colore che indossa anche la maglia azzurra.
Ogni volta che il pallone era nelle sue mani, dagli spalti arrivavano fischi ululati. Più volte il presidente della Geas, Mario Mazzoleni, ha chiesto all’arbitro di sospendere la partita, come è previsto dal regolamento, ma la gara è proseguita fino al termine.
Alla fine del match, quando le squadre stavano tornando negli spogliatoi, il gruppo di tifosi ha avvicinato l’ala bersagliandola con una raffica di sputi.
Solo grazie all’intervento dei dirigenti delle due squadre la situazione non è sfociata in qualcosa di peggio.
“Sono dispiaciuta per quanto accaduto, ma sono una sportiva e penso a giocare. Quanto è successo appartiene già al passato”, si limita a dire Wabara.
“E’ un peccato che una bella partita sia rovinata dalla presenza di gente così becera, che con lo sport non c’entra nulla. La partita andava sospesa. Non farlo è stato un errore”, ribadisce il presidente della squadra milanese.
Per il momento l’episodio è stato segnalato alla giustizia sportiva, ma presto il fascicolo potrebbe finire sulla scrivania della magistratura ordinaria.
Nel frattempo sono in corso accertamenti da parte delle forze dell’ordine per individuare il gruppo composto da 15 persone che ha pesantemente insultato la giocatrice e ha poi cercato anche lo scontro fisico.
Ci chiediamo:chissa’ cosa ci voleva ad intervenire subito (in un luogo chiuso) ed arrestare quei 15 coglioni visto la somma di reati commessi, in primis l’istigazione all’odio razziale.
Evidentemente la cultura razzista che si sta diffondendo nel nostro Paese sta facendo dimenticare a qualcuno il profilo giuridico di certi reati.
Sarebbe meglio che qualcuno rileggesse il codice penale e soprattutto lo applicasse anche in padagna.
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