GLI EREDI DI FARAGE SONO NEL CAOS: L’UKIP PERDE IL SEGRETARIO DOPO SOLO 18 GIORNI
DIANE JAMES LASCIA LA GUIDA DEL PARTITO EUROSCETTICO
È durata appena 18 giorni la leadership di Diane James nello Ukip.
La prima donna a guidare il partito indipendentista britannico – lasciato senza capo dopo le dimissioni di Nigel Farage – ha fatto un passo indietro.
«Non sento di avere l’autorità », ha fatto sapere la James con uno scarno comunicato in cui ammette di non sentire la fiducia dei deputati.
Alcune fonti avevano anticipato la mossa della James in tarda serata spiegando che dietro la scelta ci sono motivi famigliari.
Eppure la James aveva stravinto le primarie, l’avvento di una donna alla guida del più discusso, rumoroso ma in ascesa partito britannico aveva portato una ventata di novità .
Dimissioni irrevocabili, accettate nella notte dal presidente del Partito. Ora si riapre la partita.
Steven Wolfe, deputato europeo e voce principale sul tema immigrazione, sembra in pole position. In settembre era stato costretto a rinunciare al «contest» per problemi burocratici, ora potrebbe tornare in lizza.
Ma qualcuno già guarda a Nigel Farage, l’uomo che ha trasformato lo Ukip in un Partito che viaggia ormai stabilmente in doppia cifra (anche se il sistema elettorale britannico, maggioritario secco con collegi uninominali non premia lo Ukip in quanto a seggi, appena 4 quelli a Westminster).
Farage non è nuovo ai ritorni. Se dovesse tornare sulla scena sarebbe la quarta volta che si riprende il partito, la terza dopo le sue stesse dimissioni.
Nel 2015, dopo le elezioni generali, lasciò sostenendo che c’era bisogno di una svolta e di aria fresca nel partito; dopo la Brexit invece se ne andò dicendo che aveva realizzato il suo sogno e che la sua missione politica ultraventennale era portare lontano dalla Ue il Regno Unito.
L’aveva compiuta e quindi poteva mettersi in disparte. Ma c’è già chi lo invoca come salvatore della patria a poche ore dalle dimissioni della James.
Il partito è litigioso, la partita della Brexit si gioca tutta a Bruxelles e a Downing Street e gli indipendentisti britannici non hanno leve particolari da azionare.
Farage da solo con le sue sparate e le sue proposte sopra le righe dava visibilità a un partito il cui nome degli altri esponenti è sconosciuto ai più.
Ora lo Ukip deve cercare un ruolo che vada ben oltre quello di guardiano della procedura della Brexit, troppo burocratico e tecnico.
Più che un leader servono idee che non siano già state triturate nella battaglia referendaria.
Alberto Simoni
(da “La Stampa”)
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