GLI SMS DI MARRA A ROMEO: “ECCO I PROVVEDIMENTI, GLI INCARICHI E I COMPENSI”
L’EX CAPO DEL PERSONALE ERA STATO INCARICATO DI METTERE IN PIEDI LA MACROSTRUTTURA DIRIGENZIALE DEL CAMPIDOGLIO… “SONO STATO SOLLECITATO, PREGATO, SUPPLICATO DI RIENTRARE DALL’ASPETTATIVA”
Indicazioni via sms su incarichi e retribuzioni dei componenti della macrostruttura del Campidoglio. Firmati da Raffaele Marra.
Il dettaglio, già emerso nel corso delle indagini, ora è più chiaro con il deposito degli atti del processo per corruzione che inizierà il 25 maggio.
“Domani ti mando i provvedimenti da adottare, i possibili incarichi e le retribuzioni“, scriveva l’ex capo del personale del comune di Roma arrestato il 16 dicembre a Salvatore Romeo, ex capo della segreteria di Virginia Raggi.
Direttive che danno l’idea del peso rivestito dall’ex finanziere nell’amministrazione capitolina.
Marra, dunque secondo quanto emerge da chat e mail, ma già anticipato dagli atti di indagine, stava ponendo le basi della macrostruttura dirigenziale del Campidoglio attuata attraverso l’istituto dell’interpello.
Procedura attraverso la quale fu poi promosso il fratello Renato a capo del dipartimento Turismo, promozione per cui Marra è indagato assieme alla sindaca Raggi.
In un altro messaggio il funzionario dice a Romeo di avergli inviato la macrostruttura, i vari passi da compiere e la cornice normativa per attuarla. Emergono anche i contenuti dell’interrogatorio di garanzia sostenuto dall’ex capo del personale il 20 dicembre.
“Il sindaco Raggi mi chiese: ‘mi puoi aiutare a far ripartire la macchina organizzativa’? — ha raccontato quel giorno il funzionario al giudice per le indagini preliminari nel carcere di Regina Coeli — io sono entrato” nell’amministrazione “sollecitato, pregato, supplicato di rientrare dall’aspettativa perchè di questo si è trattato”.
Per quale motivo Raggi avrebbe avuto bisogno di “supplicare” Marra?
“Avevo più volte manifestato la mia indisponibilità a rientrare — si legge ancora nel verbale di interrogatorio — proprio perchè avevo anticipato che ci sarebbero stati degli attacchi assolutamente strumentali nei miei confronti, la stessa cosa era successa inizialmente, nel 2010 e poi nel 2013, quando c’era il sindaco Marino”.
Proprio a causa di questi “attacchi”, avvenuti nei giorni in cui il suo nome era al centro di articoli di stampa, Marra racconta di aver “più volte manifestato al sindaco Raggi che volevo andare via“, aveva spiegato il funzionario.
“Io non sono corrotto — ha aggiunto Marra — sono una persona perbene. Il mio rapporto con Scarpellini (l’immobiliarista finito in carcere il 16 dicembre con l’accusa di aver corrotto lo stesso Marra, ndr) era solo amichevole, forse l’ho visto dieci volte”.
“Non siete più in grado di tutelarmi, me ne voglio andare, mettetemi in aspettativa’”, avrebbe detto Marra a Virginia Raggi nel pieno della bufera.
“Ci sono decine di messaggi tra me e il sindaco in cui più volte manifesto la volontà di andare via sin dai primissimi giorni dal conferimento dell’incarico di Vice capo di gabinetto — ha proseguito — il mio ruolo al comune sarebbe dovuto essere tutt’altro”. “Mi disse il sindaco ‘mi puoi aiutare a far ripartire la macchina organizzativa?’ e io dissi che l’unico ruolo che al momento mi poteva dare era un incarico soltanto di coordinamento — ha aggiunto — la proiezione non era fare il vicecapo di gabinetto vicario ma il direttore generale del Comune, che è ben altra cosa”.
“Ho dato disposizioni ai miei avvocati di non presentare alcuna istanza di scarcerazione, io voglio rimanere in galera. Io devo rimanere qua fino a quando non sarò sufficientemente in grado di dimostrare la mia estraneità ”, la strategia annunciata il 20 dicembre
“Il mio rapporto con il Movimento (Cinquestelle ndr) — aggiunge davanti al gip — è assolutamente inesistente. Io conoscevo una persona del Movimento che si chiama Salvatore Romeo e perchè era un mio funzionario al dipartimento Partecipazione, questo era il rapporto che avevo. Io sono una persona perbene, non sono un corrotto, non ho mai aiutato nessuno, questo deve essere chiaro”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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