GLI SQUILIBRATI D’EUROPA
BRUXELLES RACCOMANDA L’AVVIO DI UNA PROCEDURA DI INFRAZIONE CONTRO L’ITALIA PER DEBITO ECCESSIVO: DAL GOVERNO SCELTE DANNOSE PER I CONTI PUBBLICI
“Per l’Italia, è giustificata una procedura per disavanzi eccessivi per il debito”. Sic et simpliciter: come previsto, la Commissione Europea approva il pacchetto di primavera e per l’Italia raccomanda una procedura per debito elevato, già al 132,2 per cento del pil nel 2018 e in aumento al 133,7 per cento quest’anno e al 135,2 per cento nel 2020, secondo le previsioni di Bruxelles.
Ora, per evitarla, Roma dovrà fare una manovra correttiva di oltre 3 miliardi di euro
“Nel caso italiano — si legge nel rapporto — l’analisi suggerisce che la regola del debito non è rispettata e che quindi una procedura per debito eccessivo è giustificata”.
Pierre Moscovici annuncia le decisioni della Commissione, sottolinea che “oggi non stiamo attuando la procedura, la consigliamo al Consiglio. Ma questo è un primo passo che può portare all’esito finale”.
Poi interrompe il discorso fin lì in francese e dice in italiano: “La mia porta è aperta”, lo sottolinea con enfasi, messaggio al governo itlaiano.
Molto dipenderà dalle reazioni da Roma. “Non siamo qui a dire che il governo deve fare questo o quello – continua Moscovici rispondendo a chi gli chiede se l’Italia deve fare una manovra correttiva per evitare la procedura – ma siamo sempre aperti a scambi oggettivi con il governo italiano su cifre e dati, dobbiamo farlo ora. La porta è aperta ma è il governo italiano che ora deve dimostrare che la procedura per debito eccessivo può essere evitata e come si possa farlo”.
Decisamente più duro il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, responsabile per l’euro nella squadra Juncker. “Oggi non stiamo aprendo la procedura – chiarisce anche lui – prima gli stati membri devono esprimere un’opinione”, e lo faranno presumibilmente all’Ecofin del 9 luglio, dopo che il ”comitato economico e finanziario avrà espresso il proprio parere”.
Il Comitato ha due settimane per farlo, ma si riunirà già martedì prossimo.
“Non è solo una questione di proedura”, continua Dombrovskis, ponendo l’accento su “alcune politiche”, adottate dai governi a Roma, che hanno prodotto un aumento delle “spese per interessi nel 2018 pari a 2.2 mld di euro in più. Oggi l’Italia paga in interessi sul debito tanto quanto spende per il sistema istruzione, un onere di 38.800 euro per abitante con costi in interessi di circa mille euro a persona”.
E ancora: “La crescita si è interrotta. Nel 2019 e 2020 dovrebbe esserci un aumento del debito pari a 135 per cento del pil, con un divario tra tassi di interesse e crescita che produce il cosiddetto effetto palla di neve”. §
Nel mirino di Dombrovskis anche le ”privatizzazioni non attuate”. Ma, conclude: “C’è un modo per rimediare: attuare uno sforzo di riforma e non spendere di più se non c’è lo spazio fiscale per poterlo fare”.
Dal Vietnam, Giuseppe Conte assicura che “farò di tutto per scongiurare la procedura di infrazione”.
Ma l’Iter è partito e sarà un negoziato complesso. “Se i numeri verranno confermati, non potremo sottrarci alla procedura d’infrazione” ha detto stamani Gunther Oettinger, commissario europeo al Bilancio, “l’Italia non dovrebbe diventare un rischio per l’Eurozona”.
La commissione suggerisce al Consiglio delle procedure anche per la Francia, Belgio e Cipro, secondo l’articolo 126.3 del trattato sul funzionamento dell’Unione. La Commissione ha inoltre adottato relazioni a norma dell’articolo 126, paragrafo 3, del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) nei confronti di Belgio, Francia, Italia e Cipro, in cui esamina la conformità di questi paesi con i criteri relativi al disavanzo e al debito previsti dal trattato. Tutti salvi, tranne l’Italia.
L’Ungheria e la Romania sono soggette a una procedura per deviazione significativa, rispettivamente dal 2018 e dal 2017. La Commissione rivolge oggi un avvertimento a Ungheria e Romania sull’esistenza di una deviazione significativa nel 2018 e raccomanda al Consiglio di raccomandare loro di correggere tale deviazione.
La Commissione ha inoltre adottato la terza relazione per la Grecia nell’ambito del quadro di sorveglianza rafforzata che è stato istituito dopo la conclusione del programma di sostegno alla stabilità del meccanismo europeo di stabilità . Se da un lato nella relazione si rileva che, a partire da agosto 2018, la Grecia ha affrontato il periodo post-programma in modo ragionevole, dall’altro si constata che l’attuazione delle riforme nel paese ha subito un rallentamento negli ultimi mesi e che la coerenza di alcune misure con gli impegni assunti nei confronti dei partner europei non è garantita, mettendo a rischio il conseguimento degli obiettivi di bilancio concordati.
“Il semestre europeo ha contribuito in modo decisivo a migliorare la situazione economica e sociale in Europa – sono le parole del commissario Valdis Dombrovskis – Rimangono però sfide notevoli da affrontare, mentre si appesantiscono i rischi per le prospettive economiche. Preoccupa vedere che in alcuni paesi il ritmo delle riforme sta rallentando. Esortiamo tutti gli Stati membri a investire nuove energie per rendere le nostre economie più resilienti e a sostenere una crescita che sia allo stesso tempo sostenibile e inclusiva. Investimenti più mirati possono offrire un contributo significativo al raggiungimento di questi obiettivi”.
“Con questo pacchetto di primavera, l’ultimo del nostro mandato, ribadiamo il
nostro impegno per un’applicazione intelligente del patto di stabilità e crescita: le nostre decisioni non si basano su un’applicazione meccanica o formale delle regole, bensì sulla loro utilità o meno per la crescita, l’occupazione e l’equilibrio delle finanze pubbliche – dice Pierre Moscovici, Commissario responsabile per gli Affari economici – I risultati ottenuti dimostrano la validità di questo metodo: le finanze pubbliche sono costantemente migliorate senza penalizzare la crescita. Oggi insistiamo inoltre sulla necessità che alcuni Stati membri proseguano e, se necessario, intensifichino gli sforzi per contrastare una pianificazione fiscale aggressiva, nell’interesse dell’equità nei confronti di tutti i contribuenti”.
(da “Huffingtonpost”)
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