GRANDI MANOVRE NEL PDL: TRENTA PARLAMENTARI PRONTI ALLA FUGA, SILVIO PUNTA ALLA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA, ALFANO IL SUCCESSORE?
TRENTA SENATORI PDL SI SONO RIUNITI A CENA A ROMA: “DISPOSTI AD APPOGGIARE UN GOVERNO TECNICO”… ALTRI DIECI DEPUTATI PRONTI A PASSARE CON FINI…SILVIO PUNTA AL POSTO DI NAPOLITANO, E’ LOTTA PER LA SUCCESSIONE: AVANZA LA CANDIDATURA DI ALFANO, APPOGGIATA DA SILVIO IN FUNZIONE ANTI-TREMONTI
Ieri sera l’ufficio di presidenza del Pdl ha approvato per acclamazione (tanto per non perdere l’abitudine) la virtuale trasformazione del partito che prevede l’elezione diretta dei coordinatori locali.
Votati però non dagli iscritti, ma solo dagli eletti (ovvero dai rappresentanti negli enti locali): a luglio se ne parlerà nei congressi cittadini e regionali.
Ma dietro i sorrisi di facciata, nel partito covano ben altri sacri fuochi: c’è chi si si sta organizzando per lasciare la barca in previsione della tempesta.
“Il vertice del partito non è condiviso” sostengono: si tratta di una ventina di senatori e di una decina di deputati.
Si sentono abbandonati, senza futuro e senza guida e con nessuna voglia di tornare a casa.
Per questo “sono disposti ad appoggiare un governo tecnico e anche a passare con Fini”.
Due giorni fa una trentina di “malpancisti” del Senato si sono incontrati in un ristorante vicino all’Ara Pacis, ieri una ventina di deputati si sono riuniti alla Camera.
Si parla addirittura della stesura di un documento per sottolineare la linea della protesta.
Il malcontento dilaga: chi non si sente più rappresentato dal vertice del partito e sente di non avere più garanzie per il futuro, ha deciso di muoversi in direzione di Futuro e Libertà .
Bonciani, Toto, Rosso sono solo alcuni dei parlamentari che stanno per passare con Fini.
Berlusconi vorrebbe far fuori i tre coordinatori, ma non può, nel timore che poi si coalizzino contro di lui.
Siamo arrivati a liti persino tra gli inseparabili Gasparri e La Russa.
La strategia di Fini è prendere tempo fino a dicembre per organizzare il partito sul territorio: i bene informati sono pronti a giurare che anche sul Lodo Alfano, quando giungerà alla Camera, verrano messi altri paletti.
La stretegia di Berlusconi sarebbe invece quella di non candidarsi più a premier in caso di elezioni anticipate e puntare dritto sulla presidenza della Repubblica: sette anni che gli garantirebbero l’immunità perenne.
Fare un passo indietro avallerebbe le voci di un salvacondotto che Fini sarebbe disposto a garantirgli basta che si tolga di mezzo.
Ma è sul nome del successore che si scatenerebbe la battaglia.
I ministri di Liberamente (Frattini, Gelmini, Carfagna e Prestigiacomo) vorrebbero che il posto spettasse a loro, stessa cosa per la componente di Comunione e Liberazione, idem per la nomenklatura e per gli scajoliani.
Ma Silvio, in funzione anti-Tremonti, punterebbe in realtà tutto sulla figura di Angelino Alfano, pronto a nominarlo suo erede al trono.
Non resta che attendere i prossimi sviluppi interni per capire cosa dovremo attenderci nei prossimi mesi.
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