“GRAZIE DI MAIO, SARO’ UN DISOCCUPATO ANCHE GRAZIE A LEI”: IL TWEET DIVENTA UN CASO
A CAUSA DEI PALETTI DEL DECRETO DIGNITA’ A UN UTENTE NON E’ STATO RINNOVATO IL CONTRATTO DI LAVORO…E SIAMO SOLO ALL’INIZIO
Uno degli 8mila lavoratori che rischiano di restare a spasso per l’irrigidimento delle maglie sui contratti a termine disposto dal decreto Dignità – secondo le discusse stime della stessa Relazione tecnica – emerge su Twitter e diventa subito un caso.
“Buonasera Ministro @luigidimaio, ci tengo a farle sapere che, anche grazie a lei e al suo decreto dignità , oggi mi hanno confermato che da settembre sarò finalmente un disoccupato. Non è che per caso @Tboeri aveva ragione? Ma tanto io aspetto il suo reddito di cittadinanza, no?”.
Il cinguettio amaro arriva nel tardo pomeriggio di mercoledì da parte dell’utente Tony Nelly (pseudonimo che già indica una scelta di campo), giovane sorridente “procrastinatore seriale” (la sua auto-definizione sul social), sul cui profilo campeggiano i colori dell’arcobaleno e la scritta “PRIDE”.
Il vicepremier Luigi Di Maio e il presidente dell’Inps, Tito Boeri, sono gli interlocutori chiamati in causa.
Con un chiaro riferimento alla polemica che è stata alimentata dalla relazione tecnica dell’Istituto nella quale si faceva presente che la stretta sui meccanismi di rinnovo dei contratti a termine e l’aumento delle tutele per gli assunti stabili in caso di licenziamento illegittimo avrebbero potuto portare un saldo negativo di assunzioni
Scorrendo i tweet più recenti di Tony Nelly, non mancano i commenti critici nei confronti di alcune prese di posizione del governo che lasciano intendere il suo scetticismo verso l’esecutivo gialloverde.
Riflessioni alternate alla questione del contratto. “Stasera con questo timorino che fra poco più di un mese potrei rimanere senza lavoro e allora mi mangio una coppa del nonno”, il messaggio del 26 luglio. E il 2 agosto arriva l’amara conferma di quel “timorino”
Il suo messaggio genera soprattutto comprensione e solidarietà . In molti gli augurano di trovare presto un nuovo impiego e molti altri temono che il suo sia un esempio che presto verrà seguito da molti.
“Sono dispiaciuta e ti capisco. Mia figlia probabilmente seguirà la tua scia a dicembre”, dice Loretta e Tony – sempre molto cortese – la rincuora: “Grazie e spero di no per la figlia, spero le andrà meglio!”.
Anche Monica è preoccupata: “Temo che ta dicembre toccherà la stessa sorte anche a me :(“. Molti attaccano il decreto parlando di “governo del licenziamento” e ringraziando ironicamente Di Maio per casi come questi.
Qualche utente si chiede se la connessione tra il Dignità e il mancato rinnovo sia stata esplicitata dall’azienda. Domanda ad esempio Sailor Gender dopo aver condiviso la sua solidarietà : “Ti hanno fatto capire che era anche dovuto al fatto che il Decreto Dignità li obbligava ad assumerti a tempo indeterminato?”.
La risposta arriva a stretto giro: “La mia responsabile ha precisato che, oltre a questioni di riorganizzazione aziendale, la nuova norma ha creato incertezza e l’ufficio del personale tende a essere molto prudente e che, cito, “chiaramente un tempo indeterminato ingesserebbe troppo l’azienda””.
E poco più avanti la ulteriore precisazione, a chi invoca la fine del precariato, che il Dignità dovrebbe agevolare: “È (anche) a causa di questo decreto se rimarrò a casa. Non è impedendo di fatto i tempi determinati che le aziende si metteranno a fare indeterminati. Quindi no, questo decreto, per come è ora, è una piaga per il lavoro”.
Non manca la bagarre politica e chi invece difende il testo. “Dovrebbe prendersela con il suo (ex) datore di lavoro. Se l’avesse confermato l’azienda sarebbe fallita? Non credo”, suggerisce Loris. Al quale lo stesso Tony replica: “Ovvio che no. Ma le aziende non sono enti caritatevoli e, soprattutto nelle grandi aziende, conta poco il buon lavoro che uno può aver fatto. Ci sono diverse logiche sottese, fra cui il budget. Ma se anche le norme non aiutano in tal senso, laddove possono, tagliano il personale”.
La storia circola e in poco tempo i “like” e i “retweet” al post superano quota 4mila, i commenti si moltiplicano. A distanza di qualche giorno, resosi conto di aver sollevato un vero e proprio caso, Tony Nelly commenta: “Non pensavo che questo tweet potesse avere questa eco. Ringrazio coloro che mi hanno fatto gli auguri, sono certo che, anche con un po’ di fortuna, il lavoro si trovi. Ringrazio anche coloro che mi hanno insultato in varie forme e modi, perchè mi fanno capire che sono nel giusto”.
(da “La Repubblica”)
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