GRILLO PROVA A SEDARE LA RIVOLTA M5S USANDO IL BILANCINO
IL DIRETTORIO NON SARA’ AZZERATO MA ALLARGATO
“Che Beppe abbia scritto un post è un fatto positivo. A prescindere”. Mentre passeggia nel Transatlantico, una deputata 5 Stelle – in prima linea nel far fronte alla crisi che ha sconvolto, e anche cambiato, il mondo pentastellato — tira un respiro di sollievo vedendo sul suo cellulare che il fondatore è ancora in campo e prende decisioni.
Una rassicurazione che arriva quando il Movimento 5 Stelle è al massimo livello dello scontro al suo interno, tanto che era circolata la voce, riportata dal Corriere della Sera, di un imminente azzeramento del Direttorio, che in fondo in tanti vorrebbero.
Grillo non scrive una smentita vera e propria ma interviene via blog, con firma in calce al post, per sedare la rivolta.
Da un lato blinda il Direttorio, lasciando intendere che non ci sarà un azzeramento, ma dall’altro avverte che ci sarà un allargamento della struttura di coordinamento, intesa non necessariamente come Direttorio ma in senso più ampio.
Insomma, la struttura va rafforzata, saranno distribuiti alcuni incarichi ad eletti e attivisti M5S perchè il Direttorio non basta più.
Il leader non va nel dettaglio, i contenuti rimangono vaghi, ma di certo mette per iscritto quanto basta per dire che lui c’è e che segue da vicino tutto ciò che succede.
Dopo la ricaduta del ‘caos Roma’ sul Movimento nazionale, dopo che Luigi Di Maio non ha informato i suoi colleghi del fatto che l’assessore Paola Muraro era stata iscritta nel registro degli indagati, sempre più deputati e senatori si sono fatti sentire per chiedere di resettare tutto e avere un maggiore coinvolgimento nelle decisioni da prendere. In questo senso le pressioni sul leader, nei giorni scorsi, sono state costanti e una fuga di notizie ha lasciato trapelare un azzeramento del Direttorio.
Così, non poco spaventati, i cinque della struttura creata da Beppe Grillo e da Gianroberto Casaleggio, hanno subito contatto il leader: “Beppe, ma è vero?”.
A Roma si attendevano una smentita: “Ma l’unico che può farla è proprio Beppe”, spiegavano in mattinata i vertici, mentre continuavano gli interrogativi su chi avesse messo in giro determinate voci per seminare zizzania.
Poi arriva il post nelle prime ore del pomeriggio. Più che una smentita è una ‘fotografia’ sulle strutture che governano il Movimento: il direttorio e non solo.
C’è anche l’associazione Rousseau con tutte le nomine che ne sono conseguite. Il leader vuol far vedere quindi ai critici dello strapotere dato a Di Maio, Di Battista, Ruocco, Sibilia e Fico, che il Direttorio c’è e resta in piedi, ma ci sono anche altre strutture e ce ne saranno sempre di più perchè “il Movimento sta crescendo”.
C’è tuttavia un po’ di incertezza nello stesso Direttorio, tra chi tenta di interpretare e chi si fida delle parole di Grillo, costretto nei giorni scorsi ad arrivare a Roma e ad organizzare in fretta e furia la piazza di Nettuno per far vedere un Movimento unito. Ma decisioni condivise, sul tavolo, al momento non sembrano esserci, solo tanta incertezza.
Intanto si susseguono le riunioni tra Palazzo Madama e Montecitorio per serrare i ranghi. Senatori e deputati insieme per stabilire la linea comune in questo momento di emergenza, cioè cosa dire quando si viene interpellati dai giornalisti.
Poi solo deputati e poi solo senatori. Questi ultimi però non sono rimasti del tutto soddisfatti dal post di Grillo: “Non basta sapere che ci sarà un allargamento della struttura di coordinamento. È necessario un allargamento del Direttorio”, avrebbe fatto presente un senatore durante uno degli incontri.
Intanto Di Maio prova a tornare in campo smentendo in prima persona, poco prima della pubblicazione del post, la volontà di azzerare il Direttorio e poi su Facebook scrive: “Avanti nonostante le difficoltà ”.
Si tiene alla larga dalle vicende romane rispondendo sempre: “Chiedete in Campidoglio”, segno che il responsabile Enti locali del Movimento ha ormai perso il polso della situazione.
Alessandro Di Battista invece annuncia nuove tappe del suo tour contro la riforma costituzionale e si muove sempre più attraverso le piazze nella sua scalata.
(da “Huffingtonpost”)
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