GRILLO, RIVOLTA ON LINE CONTRO LE PRIMARIE
I MILITANTI DENUNCIANO: NON SONO CORRETTE… PIZZAROTTI DIFENDE LA SALSI… I FONDI DEVONO ESSERE DESTINATI A GRILLO E CASALEGGIO
Le proteste per il voto on line che non funziona, le denunce degli esclusi, le prese in giro dei video degli aspiranti «cittadini» (si chiameranno così, non onorevoli, i parlamentari a 5 stelle).
Non comincia bene, la “presa della Bastiglia” immaginata da Beppe Grillo con le sue non primarie.
Per capire come stanno andando, le consultazioni al computer cominciate lunedì e in corso fino a domani, ci si può giusto affidare al blog del comico.
Lì si trovano proteste di questo tipo: «Qualcosa non funziona a livello tecnico. Ho votato tra i candidati della circoscrizione Lazio1, ma dopo aver espresso le 3 preferenze, la pagina mi diceva che mi restavano ancora 3 voti», lamenta Rossella, che ha chiuso, riaperto, e votato di nuovo: «Ma credo non sia un funzionamento corretto, vero?».
C’è Gianni Pasquini, che ha visto i video ed è un po’ spaventato: «La maggior parte è fatta male e povera di contenuti, uno per tutti Gianna della Toscana. Mi sono venuti i brividi. Forse la selezione via Web non è la più sicura!».
O ancora Luigi: «Mi sembra di avere capito che per votare devo ricevere una e mail, ma ciò non è accaduto. Mi sono registrato con le modalità richieste. Come devo fare a contattare il blog?».
Non può farlo, Luigi. Può giusto sfogarsi, come tutti gli iscritti al portale, che non hanno modo di instaurare un dialogo con chi manda indicazioni via mail, o form da riempire.
Non hanno potuto chiedere spiegazioni neanche gli aspiranti parlamentari che, nei giorni scorsi, hanno ricevuto una lettera in cui gli si imponeva di accettare che i fondi dei gruppi di Camera e Senato saranno destinati a “strutture di comunicazione” scelte da Grillo e Casaleggio.
A quei soldi il MoVimento non rinuncerà – si è invece impegnato a restituire i rimborsi elettorali e parte degli stipendi degli eletti – ma non ci sarà alcuna democrazia nel decidere come usarli.
Potranno farlo, come al solito, solo i due depositari del marchio.
Intanto, i video fatti in casa dei candidati impazzano su Youtube.
Il blogger Zoro avverte su Twitter: «Sono una droga».
Altri ringraziano per le risate.
Non sono invece affatto allegri gli attivisti che ci credono: a Bologna in tre avevano tutti i requisiti (essere stati candidati, non aver svolto più di un mandato, la fedina penale pulita), e nonostante questo non si sono ritrovati nelle liste.
Il loro caso non è l’unico. Tanto che perfino i consiglieri comunali genovesi del MoVimento denunciano: «Ci sarebbe piaciuto che non solo la rete, ma anche la nostra assemblea plenaria avesse potuto scegliere i portavoce in Parlamento».
Alle sette di ieri sera Bartolomeo scriveva sul sito: «Come garantire che non vi siano brogli? Gli amministratori in teoria possono monitorare tutto, il voto non è segreto?».
Domande che si rincorrono da giorni. Insieme al quesito fondamentale: va bene i parlamentari, ma chi sarà il candidato premier?
«Alcuni dicono il più votato tra noi – rivela uno degli attivisti in corsa – ma niente è certo». Non bastasse questo, il sindaco 5 stelle di Parma, Federico Pizzarotti, è andato in tv disobbedendo al diktat del capo e ha manifestato la sua solidarietà a Federica Salsi: «Se Grillo avesse dato il suo sostegno sarebbe stato importante ».
Sul caso delle minacce di morte alla consigliera, la procura di Bologna ha aperto un’inchiesta.
Sempre ieri, il consigliere regionale ha denunciato il giornalista autore del fuorionda in cui parlava della scarsa democrazia nei 5 stelle, e il cronista freelance che definì il servizio concordato.
Vuole dimostrare che non era una combine, ma sul web i più continuano ad attaccarlo: «Quelle cose le hai dette. Non cambia nulla».
E gli insulti continuano.
Annalisa Cuzzocrea
(da “La Repubblica“)
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