LEGGE ELETTORALE, ROTTURA A UN PASSO: IL PDL CAMBIA MA E’ ANCORA DIVISO
BERLUSCONI NON VA DA VESPA E CONVOCA UN VERTICE
La notizia certa è che stamattina l’aula del Senato non si occuperà , come previsto dal calendario, della legge elettorale.
Toccherà alla conferenza dei capigruppo stabilire una nuova data. Magari stasera.
La motivazione ufficiale è che i senatori sono ancora alle prese con il decreto sviluppo. Su cui il governo sembra intenzionato a porre la fiducia.
Una motivazione tecnica che “copre” però lo stallo sulle modifiche al Porcellum. Perchè l’accordo veniva dato per certo. Ma ieri in commissione Affari costituzionali tutto è tornato in altro mare. «Resta solo un filo tenue, tenuissimo, fra una parte del Pdl e il Pd», ammette Carlo Vizzini, presidente della Affari costituzionali, ufficializzando così le divisioni dentro al Popolo delle Libertà . L’esecutivo, intanto, osserva, si rimette ai partiti. Ieri però il sottosegretario Giampaolo D’Andrea ha detto che «il governo è neutrale nel merito, ma auspica vivamente che si approvi».
Il mutamento di clima repentino al Senato è stato comunque innescato da una nuova proposta, non ancora formalizzata, del pidiellino Gaetano Quagliariello che prevede di assegnare al partito che conquista fra il 25 e il 39 per cento dei voti un “premietto” fisso di 50 seggi.
Una percentuale calcolata su tutti i voti validi, conteggiando anche quelli delle liste che non superano la soglia di sbarramento.
Una novità , visto che fino ad oggi si parlava di percentuali calcolate invece sui voti delle liste che superano lo sbarramento.
L’idea di Quagliariello, partorita da un vertice notturno, ha subito trovato la netta opposizione del Pd.
Per il semplice motivo, dicono i democratici, che il nuovo sistema di calcolo abbassa ancora di più la consistenza del “premietto”, portandola al 5 per cento.
E, come spiega Anna Finocchiaro la proliferazione di liste collaterali per cercare di arrivare al fatidico 40 per cento oltre il quale scatta il premio del 12,5 per cento.
La novità sarebbe ispirata da una parte del Pdl, guidata da Berlusconi, che mira a tenere in vita il Porcellum.
Il Cavaliere per il momento però preferisce non esporsi troppo e agire nell’ombra.
Per questo ha chiesto di rinviare la presentazione del libro di Bruno Vespa.
Ma domani sarà a Roma per un nuovo vertice a palazzo Grazioli, convocato anche sulla legge elettorale.
Nel frattempo diverse fonti parlamentari sostengono che il Cavaliere avrebbe chiamato Vizzini chiedendogli di cancellare dal testo le detestate preferenze.
Il presidente della commissione conferma di avere ricevuto richieste in questo senso da “messaggeri” del Pdl. E un imbarazzato Lucio Malan, uomo vicino a Berlusconi, sulle preferenze ammette le divisione nel Pdl e non esclude marce indietro.
In tutta questa confusione Roberto Calderoli ha presentato un sub emendamento per allargare la finestra temporale dell’election day.
Proposta accantonata, con il voto favorevole del Pdl.
L’ex ministro si è infuriato e allora ha chiesto di formalizzare l’ultima versione del suo progetto a “scalini”.
Quasi una ritorsione contro il Pdl.
Anche se il testo sposa il metodo di calcolo di Quagliariello.
Alla fine l’ex ministro ha sentenziato: «Dalle mie parti l’8 dicembre, il giorno dell’immacolata, ammazzano il maiale. Il Porcellum, vedrete, non solo vedrà il Natale ma pure le uova di Pasqua ».
E a Berlusconi e Alfano dedica un lapidario: «Non contano più nulla. I pagliacci stanno al circo equestre».
Silvio Buzzanca
(da “La Repubblica”)
Leave a Reply