GUAI A TOCCARE CHI DICHIARA OLTRE 500.000 EURO DI REDDITO NETTO ANNUO, NON SIA MAI CHE SI TASSINO DI PIU’ I PAPERONI
SI VIVE NEL MONDO DEI SOGNI FIN QUANDO LA BCE CONTINUERA’ A
FINANZIARE IL DEFICIT, POI SALTERA’ IL BANCO… DA PD AL M5S FINO A ITALIA VIVA E’ UN CORO UNANIME (IL CENTRODESTRA NON LO CONSIDERIAMO, E’ UNA VITA CHE CONDONA GLI EVASORI FISCALI)
La “bomba” patrimoniale è contenuta in un emendamento alla legge di bilancio firmato
da deputati di Leu e del Pd e chiede l’abolizione dell’Imu e dell’imposta di bollo sui conti correnti e di deposito titoli, per sostituirle con un’aliquota progressiva minima dello 0,2% “sui grandi patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500 mila euro”.
I primi firmatari sono Nicola Fratoianni, che fa parte della componente di Sinistra Italiana in Leu, e Matteo Orfini, della minoranza Pd. La strada di questo emendamento appare sbarrata però dalle reazioni della maggioranza, ancor prima che dall’insorgere delle opposizioni.
“La proposta che avanziamo vuole mettere ordine in un sistema fiscale irrazionale” spiega Nicola Fratoianni sul Manifesto chiedendo che si apra una discussione vera, “le tasse vanno abbassate? Si per i ceti medi e popolari, non certo per i super ricchi”. Per Matteo Orfini la patrimoniale ”è una proposta giusta” su cui il Pd dovrebbe discutere “laicamente”, anche perchè “non credo che il vice segretario Andrea Orlando o il ministro Peppe Provenzano possano esserne pregiudizialmente contrari”.
E invece l’imbarazzo nel Pd assume la forma di una presa di distanze. “L’emendamento alla Manovra sull’introduzione di una patrimoniale è il frutto di una iniziativa libera ma individuale di alcuni deputati del Pd, che però non impegna il gruppo” fanno sapere dal gruppo dem alla Camera. È “inopportuna” aggiungono i deputati dem Ubaldo Pagano, capogruppo in commissione Bilancio e Gian Mario Fragomeli, capogruppo in commissione Finanze, “proseguiamo col taglio del cuneo anche con questa manovra. Questa è la priorità per il Pd: tagliare le tasse ai lavoratori e alle imprese”.
Favorevole invece l’ex governatore della Toscana e attuale commissario dem in Umbria Enrico Rossi, il quale sottolinea che “consentirebbe allo Stato di incassare 18 miliardi all’anno. Ma se si facesse una vera anagrafe patrimoniale – di cui sento parlare da almeno 40 anni a questa parte – il gettito potrebbe aumentare molto, oltre che rendere più giusta e progressiva la tassa”.
In altre parole “se lo facciamo – conclude Rossi – diventiamo un paese ‘normale’, più europeo, più forte, e più solidale”.
La patrimoniale non fa molta strada anche negli alleati della maggioranza. Si muove Luigi Di Maio a smentire l’ipotesi, giudicata folle: “Il Movimento 5 Stelle è sempre stato fortemente contrario. Se vogliamo spazzare via le piccole tasse e liberarci dei cavilli burocratici ben venga, ma colpire imprenditori, commercianti e chi crea posti di lavoro in Italia è totalmente sbagliato”.
(da agenzie)
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