HANNO MESSO LE MANI NELLE TASCHE DEGLI ITALIANI
LA MANOVRA COLPISCE TUTTI ED E’ PARI A 1.200 EURO L’ANNO A FAMIGLIA… SALVI I COSTI DELLA POLITICA, MENTRE IL PDL PENSA SOLO A SALVARE PAPA DALL’ARRESTO.. IL PALAZZO HA UN COSTO DI 13 MILIARDI DI SPESE ANNUE, I TAGLI NON ARRIVANO A 50 MILIONI
Ora che tutto è definito si può dire con cognizione di causa: la manovra che stasera avrà il via libera definitivo della Camera dei deputati — oltre ad avere più speranze di deprimere la crescita economica che di incrementarla — è una enorme operazione di sottrazione di reddito ai danni dei ceti medi e medio-bassi.
Lo si deve al combinato disposto di due scelte di Giulio Tremonti: per la correzione dei conti da una cinquantina di miliardi (a regime, cioè a fine 2014), il ministro dell’Economia ha puntato quasi tutto sulle maggiori entrate — ovvero più tasse — e le ha fatte pagare quasi tutte ai soliti noti.
La pressione fiscale generale, lo hanno spiegato ieri i tecnici del Senato, salirà di almeno 1,2 punti percentuali solo con l’applicazione dei 20 miliardi di tagli lineari alle agevolazioni fiscali (nel 2014 sarà al 43,7 per cento, sempre che i numeri del governo siano buoni).
Ma questo tipo di intervento pesa quasi solo sui redditi meno sostanziosi.
Il governo ha in pratica deciso che ciò che finora era “scaricabile” dalla dichiarazione dei redditi viene tagliato del 5 per cento nel 2013 e del 20 per cento l’anno successivo. Di cosa si parla lo spiega uno degli allegati alla manovra, una lista di 483 tipi di regimi di favore fiscale, una giungla stratificata in quarant’anni che vale 161 miliardi di euro l’anno e contiene di tutto: non solo le agevolazioni per la palestra o per comprarsi il Suv, come disse Tremonti, ma anche quelle per la famiglia (valore: 21,44 miliardi) o per lavoro e previdenza (56,8): detrazioni e deduzioni per dipendenti e pensionati, i figli a carico, le spese mediche e per l’istruzione, i mutui sulla casa e gli asili nido, la previdenza complementare e gli assegni al coniuge, le assicurazioni sulla vita, le spese funebri e i contributi alle Onlus o alle Chiese.
Una stangata sui redditi medio-bassi già quantificata: una normale famiglia di lavoratori pagherà 1.200 euro l’anno in più.
La situazione peggiora ancora se si calcola anche il taglio alle agevolazioni Iva: non solo i cosiddetti “forfettini” o “forfettoni”— regimi fiscali semplificati che riguardano centinaia di migliaia di contribuenti — ma pure l’imposta più bassa sulle ristrutturazioni edilizie o il risparmio energetico.
Tutta roba che finisce per incidere sui prezzi e porta il totale del danno complessivo di questi tagli per la nostra famiglia media alla cifra di 1.800 euro.
Il ministro peraltro, col suo emendamento, s’è lasciato le mani parecchio libere.
Nel maxiemendamento si legge infatti che i regimi di favore fiscale verranno decurtati del 5 per cento nel 2013 e del 20 per cento l’anno successivo e in un altro comma si stabilisce che il taglio lineare può essere evitato se entro il settembre 2013 viene approvata una riforma sul tema che produca negli stessi anni un risparmio di 4 e 20 miliardi.
Solo che la scure lineare di Tremonti, al momento, ha tagliato assai di più di venti miliardi: il 5 e il 20 per cento di 161 miliardi — la torta complessiva – significa che il governo si appresta a far pagare ai cittadini italiani, all’ingrosso, 8 miliardi di tasse in più tra due anni e 32 nel 2014.
Un’enormità , due punti di Pil di imposte sottratti ai cittadini con un emendamento di qualche riga e un allegato: secondo fonti di maggioranza, il ministro dell’Economia s’è tenuto largo per incentivare il Parlamento ad approvare di corsa la riforma da 20 miliardi che presenterà in autunno.
Peccato che nessuno finora pare essersene accorto e comunque di certo non deputati e senatori.
E a questo capolavoro vanno pure aggiunte le altre chicche della manovra: i ticket sanitari, gli aumenti sul bollo dei dossier titoli che valgono due miliardi e mezzo l’anno, la stabilizzazione delle maggiori accise sulla benzina, gli aumenti Irap su banche e assicurazioni (che pagheranno i clienti) e magari pure gli interventi sulle pensioni e quei tagli di spesa che si potrebbero tranquillamente chiamare “tasse a scoppio ritardato”.
I 9,6 miliardi sottratti dal governo a regioni ed enti locali, infatti, saranno recuperate attraverso l’aumento delle addizionali.
Le mani nelle tasche degli italiani non volevano metterle, ma poi già che c’erano…
Marco Palombi
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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