L’ITALIA STRINGE LA CINGHIA, LA CASTA NON MOLLA UN EURO
IL PALAZZO DEI PRIVILEGI: GLI UNICI CHE NON PAGANO MAI…SU UNA MANOVRA DA 70 MILIARDI I TAGLI ALLA POLITICA SARANNO IRRILEVANTI, ECCO I CONTI
Su una manovra finanziaria complessiva che il relatore al Senato Gilberto Pichetto Fratin valuta (esagerando) avere un impatto vicino ai 70 miliardi di euro, quanto contribuirà la politica?
Dai primi calcoli fatti dopo il passaggio a Palazzo Madama, si deduce che si tratti di una somma assai trascurabile.
L’unica norma inserita nel pacchetto — qualcuno maligna per far sì che i gruppi politici non facciano cadere il governo — è la soppressione del contributo ai partiti in caso di interruzione anticipata della legislatura.
A questa norma, già prevista nella prima bozza della manovra, l’aula del Senato ha aggiunto una ulteriore soppressione.
Quella relativa al “versamento della quota annua di rimborso, spettante (…) anche nel caso in cui sia trascorsa una frazione di anno”.
Che vuol dire? Che non solo cade la norma odiosa per cui i partiti prendono rimborsi per i cinque anni della legislatura anche se questa si interrompe a metà , ma che i contributi pubblici, se la legislatura si interrompe dopo due anni e tre mesi, non copriranno per intero l’anno in corso.
In termini economici cosa vuol dire?
I calcoli sono semplici: se la legislatura continua sino alla naturale scadenza il risparmio è zero. Se si interrompesse adesso, i partiti oggi in Parlamento non prenderebbero il rimborso degli anni 2012 e 2013, ma dei 500 milioni complessivi, otterrebbero solo le tre tranches (300 milioni totali) che hanno già incassato.
Questo, ovviamente, non vuol dire che quei soldi non verranno spesi (le nuove elezioni porteranno nuovi rimborsi di simile entità ), ma che, salvo modifiche da parte di Montecitorio, la norma che fino a quest’anno ha fatto si che Ds, Dl, Forza Italia e An incassassero i rimborsi relativi alle consultazioni politiche del 2006, non sarà più valida.
È questa, in realtà , l’unica legge che, messa a sistema, consente di operare dei tagli strutturali di una qualche rilevanza, evitando il “cumulo ” di soldi ottenuti dagli stessi partiti per partecipare alle elezioni.
L’altra norma individuata per gli stessi soggetti pesa assai meno: dal 2013, infatti, i partiti dovranno rinunciare ad una somma di rimborso di 7,67 milioni complessivi ogni anno.
Per gli “stipendi” di deputati e senatori si dovrà attendere l’apposita commissione che dovrà comparare indennità , diaria e benefit di tutti i parlamenti d’Europa per mettere in linea Camera e Senato con il Bundestag o con l’Assemblea nazionale francese.
Se il calcolo fosse fatto sulla sola “indennità ” – che in Italia tocca gli 11mila euro (record continentale) contro i 2.921 della Spagna e i 6.892 della Francia – il livellamento la porterebbe alla cifra di 5.300 euro.
La commissione ancora da istituire, però, dovrà prendere la cifra nel suo complesso, aggregando anche i “servizi” che eventualmente siano utilizzati dagli altri parlamentari d’Europa. Insomma , il calcolo pare assai complicato.
Gli altri tagli, quelli alle auto blu e agli aerei blu (di cui tra l’altro, per motivi di sicurezza, non si conosce l’utilizzo dall’anno 2009), non peseranno pressochè per nulla, visto che il grosso della spesa è dato dalla presenza degli autisti ormai in servizio effettivo per conto dello Stato (due autisti per ogni vettura).
Non sono toccate le grosse voci della spesa pubblica: gli 8 miliardi e mezzo degli enti territoriali, i 3 miliardi degli organi Costituzionali (1,7 solo per i bilanci di Camera e Senato), i 2,5 miliardi delle “consulenze esterne” nella pubblica amministrazione.
In Grecia, con la crisi economica, hanno tagliato le Province da 57 a 13, i Comuni da 1034 a 325 e propongono di ridurre i deputati da 300 a 200.
Noi, che stiamo un po’ meglio della Grecia, conserviamo tutte le Province, le Regioni con o senza lo statuto speciale e contiamo 945 tra deputati e senatori contro i 661 parlamentari tedeschi.
Toccateci tutto, ma non la casta.
Eduardo di Blasi
(da “Il Fatto Quotidiano“)
Leave a Reply