I DATI UNESCO SMONTANO LE PALLE DI RENZI E SALVINI SUI “RAGAZZI CHE NON POSSONO ANDARE A SCUOLA”
L’ITALIA MEGLIO DI GERMANIA, OLANDA E REGNO UNITO
Secondo dati dell’Unesco tra settembre 2020 e gennaio 2021 l’Italia non è tra i paesi che più di altri hanno chiuso le scuole.
Anzi, a parte la Francia, data dall’indagine Unesco con le scuole sempre aperte, nel novero europeo ad aver bloccato l’attività scolastica in presenza in modo totale, ci sono in particolar modo Germania, Olanda e Regno Unito, con 4 settimane di blocco.
Nel grafico qui sopra si vede come gli Stati in viola siano quelli che hanno sospeso totalmente l’attività didattica in presenza, e l’Italia non c’è.
In fucsia, tutti gli altri (e qui l’Italia c’è).
Le statistiche parlano più della propaganda che da destra e da sinistra in queste settimane si fa sulla precaria gestione dell’attività scolastica, in ultimo anche Matteo Renzi che inizia ogni sua tirata sul governo passato e che verrà con la critica sui banchi a rotelle (dimentico di tutto il lavoro fatto in questi mesi da professori, presidi e ministero dell’Istruzione per rendere sicura, come dicono anche dati scientifici, la didattica in presenza), sembrando in questo del tutto uguale all’altro Matteo (Salvini).
Nella primavera scorsa, naturalmente, c’è stato il lockdown totale, ma per tutti.
Malgrado tutte le difficoltà il sistema ha retto, con la didattica a distanza, e per elementari e medie con la didattica in presenza a cui il governo non ha mai rinunciato, anche nei giorni con i dati più pesanti della pandemia.
Se si considerano invece le chiusure parziali, l’Italia è in media rispetto agli altri (da sottolineare che per l’Unesco si considera chiusura parziale anche se solo una Regione su 20 adotta la didattica a distanza).
(da agenzie)
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