I FASCISTI DEL TERZO MILLENNIO CHE NON POSSONO FARE IL SALUTO ROMANO A PIAZZA SAN GIOVANNI
ALLE RUOTA DI SCORTA DI SALVINI VIETATO DAL DATORE DI LAVORO IL BRACCIO TESO PER NON FAR SCAPPARE I BUONI BORGHESI
Domani CasaPound ha deciso di andare in piazza con Salvini e la Lega. L’ex ministro dell’Interno ha fatto sapere ieri che la manifestazione è aperta a tutti e che «questo giochino della piazza dei fascisti ormai fa ridere e non ci crede più nessuno».
Nel dubbio però questa mattina il capogruppo del Carroccio alla Camera Roberto Molinari ha messo in chiaro le cose e alcune basilari norme di comportamento. Una su tutte? Questa: «Certo che il saluto romano, in piazza domani, non è gradito».
Ora noi sappiamo che quelli di CasaPound sono i fascisti del Terzo Millennio, anzi «solo fascisti» come ha detto Gianluca Iannone nel 2015 durante una manifestazione della Lega e del Movimento Sovranità .
E sapete qual è il motto dei fascisti? Obbedisco.
E forse è solo un caso che qualche ora dopo Simone Di Stefano di CasaPound abbia comunicato ai suoi che domani in piazza certe cose non le vuole vedere. «È sicuro: se qualche mentecatto domani farà il saluto romano in piazza non sarà certo un militante di CasaPound». Insomma, evitiamo di farci riconoscere come al solito. Poi magari qualcuno lo farà lo stesso; e ovviamente ci vorrà poco a scoprire se l’eventuale malcapitato dovesse essere di CasaPound o meno.
Quelli di CasaPound il saluto romano non lo fanno (o non lo faranno) domani perchè per loro «è un gesto sacro da rivolgere solo ai caduti». Insomma si fa sì, ma solo per onorare un camerata che è morto, mica perchè è il gesto distintivo dei fascisti.
«Chi lo fa in piazza ad una manifestazione di centrodestra è una scimmia mitomane al servizio dei media», sentenzia Di Stefano.
E chissà se stava pensando a quelli che avevano fatto il saluto romano in piazza nel febbraio 2015 in occasione della manifestazione di Noi con Salvini, Lega e Sovranità , il movimento politico nato da un’idea di Salvini e CasaPound per il quale proprio Di Stefano venne candidato alla Presidenza della Regione Abruzzo.
In quell’occasione non risulta ci siano stati omaggi ai “caduti”. Eppure qualcuno lo ha fatto.
Anzi furono intervistate persone che non si nascondevano certo e dicevano di essere orgogliosamente sovraniste. E non risulta nemmeno Di Stefano abbia bacchettato quelli che lo facevano.
Un anno prima, a Milano, sempre in occasione di una manifestazione della Lega (ma allora è un vizio) per la “sovranità ” con tanto di bandiere europee con barrate con una X rossa ci furono altri saluti romani. Forse quelli però erano giustificati perchè le braccia tese scattarono al momento dell’inno nazionale. Inno di Mameli eh, mica quello dell’Italia fascista.
E non si capisce proprio come mai Di Stefano, che giusto due anni fa non aveva alcuna remora a definirsi fascista, oggi abbia così tanti scrupoli a farlo vedere in piazza.
Non è che forse essere fascisti senza farsi notare, magari stando in un angolo con il bandierone, dà meno fastidio a Salvini?
Così non si scandalizzano i bravi borghesi, i buoni padri di famiglia che vanno di nascosto a prostitute nigeriane, i “buoni cristiani” che abbinano la messa alla domenica e l’affogamento dei migranti durante la settimana e gli evasori fiscali (che nei regimi di destra peraltro finivano in galera).
I fascisti servono a fare numero, insomma, nel grande circo sovranista, basta che stiano con le mani abbassate.
Per chi si è arreso al conformismo non è poi un grande sacrificio.
(da agenzie)
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