I MALUMORI DI FORZA ITALIA: «I SÌ A RENZI NON CI GIOVANO»
E ANCORA NON ARRIVA LA DECISIONE SULLO SFOGO ANTI-GIUDICI
La trattativa finale per portare a casa le ultime migliorie possibili sta per entrare nel vivo, ma la sensazione è che, almeno per il primo passaggio in Commissione e in Aula, le riforme avranno comunque il sì di Forza Italia.
Berlusconi, che pure continua ad essere insoddisfatto per come è stato forgiato un Senato che rischia di «consegnare sempre la maggioranza alla sinistra», non ha però alcuna intenzione di farsi accusare di aver boicottato l’intesa.
Tanto da dirsi disponibilissimo a rinunciare a quell’immunità per i senatori che pure ha sempre considerato una sacrosanta guarentigia.
E senza colpo ferire gran parte di Forza Italia sembra gettare alle ortiche una battaglia garantista che, non riguardando in nessun modo il caso personale di Berlusconi, non è più una priorità .
Eppure il tema della giustizia è ancora molto presente nei discorsi degli azzurri, condiziona l’umore di tutti, e rende non così certo l’esito finale delle riforme.
Anche domenica sera, nella tradizionale cena con i fedelissimi (Toti, Bergamini, Romani, Ghedini, Rossi), l’argomento del processo Ruby e della velocità «incredibile, sospetta, ben diversa da quella che si usa con tutti i cittadini normali» con cui arriverà il verdetto è stata argomento centrale.
Berlusconi non si capacita che già a luglio, probabilmente entro il 20, potrebbe essere confermata in appello la condanna per concussione e per prostituzione minorile, e «già prima di Natale» il verdetto in Cassazione potrebbe diventare definitivo.
Con tutte le conseguenze del caso, ovvero la sospensione dei servizi sociali, gli arresti domiciliari e addirittura, questo è il suo terrore, la reclusione in carcere.
In quel caso, ragionano i suoi, pensare che «un clima così pesante e un fatto così enorme» non abbiano conseguenze, è quasi impossibile.
Già , ma quali conseguenze? Renato Brunetta qualche giorno fa è stato chiaro parlando di riforme nell’avvertire che «se il clima cambierà , tutto potrà succedere».
E chi gli parla in queste ore racconta di un Berlusconi sempre più cupo e convinto che quanto sta dando a Renzi dal momento della sua nomina a presidente del Consiglio ha solo favorito il rivale senza portargli alcun vantaggio.
Le aperture di Angela Merkel su un patto di Stabilità più «flessibile», concesse oggi che al governo c’è Renzi e mai prese in considerazione quando a chiederle da premier era lui, convincono ogni giorno di più l’ex premier che il complotto ai suoi danni è stato generale ed esplicito, e che, al contrario, a Renzi si spalancano tutte le porte. «Registriamo con favore, a anche con curioso stupore, il cambio di rotta di Berlino in tema di flessibilità del patto di bilancio – dà voce alla rabbia del Cavaliere Deborah Bergamini –. È strano, infatti, che questo ripensamento sul dogma dell’austerità , che solo due anni e mezzo fa sembrava impossibile, ora arrivi quasi inaspettato».
Insomma, il quadro generale agli occhi del leader azzurro, mentre slitta la decisione del tribunale di Napoli su una sua eventuale incriminazione per oltraggio alla Corte, continua ad apparire nero.
Tanto che dal suo entourage si ammette che la decisione di aver sostenuto e di continuare a sostenere Renzi e le sue riforme sarà comunque «argomento di profonda riflessione» nelle prossime settimane.
Con la possibile condanna in secondo grado al processo Ruby a complicare ulteriormente il quadro.
Resta ancora aperta in Procura a Napoli la questione riguardante le possibili conseguenze delle parole pronunciate la scorsa settimana da Silvio Berlusconi durante la testimonianza al processo contro Valter Lavitola per il presunto tentativo di estorsione nei confronti del gruppo industriale italiano Impregilo.
Il procuratore Colangelo e l’aggiunto Piscitelli non hanno ancora esaminato la trascrizione dell’udienza, quindi non hanno ancora preso alcuna decisione sull’ipotesi di aprire o meno un fascicolo in cui Berlusconi risulti indagato per il reato di oltraggio alla corte.
L’ex premier, durante la deposizione, si lasciò andare ad alcuni commenti sulla magistratura, che definì «incontrollata, incontrollabile, irresponsabile».
Per valutare appieno se in tali parole si configuri un reato, i magistrati attendono di leggere la trascrizione ufficiale dell’udienza, ma non è assolutamente detto che poi decideranno di aprire un procedimento nei confronti di Berlusconi (nel caso, tra l’altro, non potrebbero più utilizzare la sua testimonianza perchè diventerebbe indagato in un procedimento connesso a quello contro Lavitola)
Molto più che probabile – anzi, si può dire che sia una certezza – è che una copia del verbale possa essere inviata alla Procura generale di Milano affinchè questa valuti se nel pronunciare quelle parole Berlusconi sia venuto meno a uno degli impegni cui fu chiamato quando gli venne riconosciuto il beneficio dei servizi sociali in alternativa alla detenzione domiciliare per scontare la condanna per frode fiscale. Berlusconi non avrebbe più dovuto criticare pubblicamente i giudici.
Il comportamento tenuto in aula a Napoli potrebbe costargli un richiamo da parte dei magistrati milanesi.
Paola Di Caro
(da “il Corriere della Sera”)
Leave a Reply