IL BANDO DI TRUMP CONTRO IMMIGRATI MUSULMANI BLOCCATO DAL GIUDICE DELLE HAWAII
ALTRO STOP PER IL MUSLIM BAN, TRUMP FUORI DI SE’… “E’ EVIDENTE LA DISCRIMINAZIONE RELIGIOSA DEL BANDO”
Un altro stop per il “muslim ban” di Donald Trump. Il bando al rilascio di nuovi visti per i cittadini di sei paesi (Libia, Siria, Sudan Yemen Somalia e Iran) e la sospensione all’ammissione di nuovi rifugiati è stato bocciato anche nella sua seconda versione.
E ancora prima di entrare in vigore.
Nelle 43 pagine di sentenza il giudice distrettuale delle Hawaii Derrick K. Watson ha ricordato proprio le dichiarazioni del presidente americano e del suo staff per evidenziare come quel decreto, che doveva scattare dalla mezzanotte di oggi (le cinque di mattina in Italia) rappresentasse una forma di discriminazione religiosa nei confronti dei musulmani, violando così la Costituzione americana.
La seconda versione del bando aveva sospeso per 120 giorni il programma per nuovi rifugiati e per novanta giorni l’emissione di nuovi visti per i sei paesi.
Rispetto al contestatissimo primo bando la seconda versione aveva tolto l’Iraq dalla lista dei paesi a rischio e aveva “risparmiato” i visti già emessi e le “green card”, i permessi di soggiorno permanente, allargando così la platea di chi poteva aver diritto all’ingresso negli Stati Uniti.
Ma secondo il giudice Watson appare evidente a “un osservatore ragionevole e imparziale, alla luce dello specifico contesto storico, agli eventi recenti e alle dichiarazioni pubbliche come l’ordine esecutivo sia stato emesso con lo specifico obiettivo di ostacolare una religione”.
In particolare, nelle motivazioni si evidenzia come proprio la giustificazione fornita dall’Amministrazione (il bando non è discriminatorio perchè non è contro tutti i musulmani) sia “evidentemente illogica” e che la motivazione della sicurezza nazionale sia secondaria rispetto alla evidente discriminazione.
Insomma una bocciatura totale che peraltro ha preceduto di sole poche ore il probabile stop di altri due tribunali, quelli dello Stato di Washington (che peraltro aveva già bocciato la prima versione del bando) e del Maryland.
Non è uno stop definitivo, però, perchè il Dipartimento di Giustizia può ricorrere in appello. Ma è un congelamento che ha valore su tutto il territorio degli Stati Uniti.
La sentenza arriva come risposta a una causa presentata dallo stesso Stato delle Hawaii che imputava al bando di violare, proprio come la sua prima versione, il primo emendamento della Costituzione americana limitando le attività delle università , delle imprese e persino del turismo delle isole. In particolare gli avvocati dello Stato delle Hawaii si sono concentrati sul caso dell’imam egiziano a capo della locale comunità islamica, la cui suocera rischiava di vedersi negare il visto.
Esultano le associazioni per la tutela dei diritti dei migranti. Per Trump è una nuova sconfitta.
E il presidente ha reagito al blocco del bando definendo “un abuso senza precedenti” la decisione del giudice e annunciando di essere pronto a ricorrere fino alla Corte Suprema: “Il pericolo è chiaro – ha affermato Trump – la legge è chiara, il bisogno per il mio ordine esecutivo è chiaro. Lotteremo e vinceremo”.
(da “La Repubblica”)
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