“IL COMPAGNO DELLA GUIDI HA FINANZIATO RENZI”: LE RIVELAZIONI DELL'”ESPRESSO” SULL’INTRECCIO GUIDI, MANES, RENZI
LA FAMIGLIA GUIDI LEGATA IN AFFARI DA VENTI ANNI A UN FINANZIERE AMICO E SPONSOR DI RENZI
Il ministro Federica Guidi ha conflitti d’interesse?
La domanda risuona dal giorno della sua nomina allo Sviluppo economico, ministero chiave anche in vista delle prossime nomine nelle partecipate di Stato (Eni, Enel, Terna, ecc…), ma ieri l’Autorità garante della concorrenza e del mercato ha sciolto il dubbio sostenendo che no, la Guidi non ha conflitti in essere visto che si è dimessa, subito dopo la sua nomina, da tutte le cariche aziendali e dagli incarichi ricoperti.
Poi, però, è arrivato l’Espresso e il refrain del conflitto è tornato a risuonare dalle parti di viale America.
Già , perchè la famiglia Guidi, sostiene il settimanale, sarebbe legata da almeno 20 anni con un finanziere amico intimo e sponsor del premier Matteo Renzi, Vincenzo Manes.
Questione di scambi azionari, operazioni immobiliari, alleanze industriali e anche di nomine pubbliche.
Manes (che il padre della ministra, Guidalberto, ha rivendicato come suo amico personale da una vita) è presidente e socio di controllo del gruppo Intek.
“Il rapporto tra il finanziere e la famiglia del ministro dello Sviluppo economico — si legge sull’Espresso — risale addirittura al ’94, quando il capo di Intek rilevò il 37,5 per cento dell’azienda bolognese dove Federica Guidi ha lavorato fino a pochi giorni fa alle dipendenze del padre Guidalberto. I Guidi si sono ricomprati quella quota nell’ottobre del 2011, ma restano legati a Manes”.
“A parte gli ottimi rapporti personali, la Ducati paga l’affitto al gruppo Intek, proprietario dell’immobile di Borgo Panigale dove si trovano fabbrica e uffici dell’azienda. Inoltre l’amico di Renzi è ancora creditore della famiglia per un milione”.
Con Renzi, Manes avrebbe un rapporto che si è poi consolidato dentro la Fondazione Open che fa sempre capo al premier, oltre a essere approdato, nel 2010, alla presidenza dell’Aeroporto di Firenze, dove è rimasto per i successivi tre anni, eletto in consiglio su indicazione della giunta Renzi”.
“I Guidi invece — conclude l’articolo subito trovato un nuovo alleato; uscita di scena Intek, nel capitale di Ducati è entrata a fine 2012 la finanziaria pubblica Simest sborsando 8 milioni per il 15 per cento del capitale. Solo un anno prima Manes si era accontentato di 3,8 milioni in cambio della sua quota del 37,5 per cento”.
Insomma, legami davvero intricati che la dicono lunga sul perchè la Guidi è arrivata sulla poltrona più alta del Mise.
Inoltre c’è la frequentazione di Arcore, che non è mai stata negata dal ministro, ha solo detto di “non essere stata a cena” a casa di Berlusconi la sera prima della nomina, mentre non è stata smentita la frase che avrebbe pronunciato il Cavaliere alla notizia dell’investitura ufficiale della Guidi: “Abbiamo un ministro!”.
Parole di giubilo dettate da semplice amicizia personale? Non proprio.
Nelle mani della Guidi, infatti, potrebbe restare una questione molto delicata, la Rai, che Renzi — a quanto si apprende — non vorrebbe mettere nelle mani del neo sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli.
La Guidi, insomma, si troverebbe a dover gestire, già a fine 2014/inizio 2015 la delicata, delicatissima partita del rinnovo della concessione tra tv pubblica e Stato, quella che garantisce l’introito principale alla Rai, ovvero il canone.
Sara Nicoli
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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