IL MINISTRO NORDIO CONTESTATO CON FISCHI E URLA IN VISITA AL CARCERE DI TORINO, DOPO LA MORTE DI DUE DETENUTE
SUSAN JOHN E AZZURRA CAMPARI POTEVANO ESSERE SALVATE SE SI FOSSE INTERVENUTI IN TEMPO, INUTILI LE PASSERELLE DEL GIORNO DOPO
Il Ministro Carlo Nordio è stato accolto con proteste e manifestazione di dissenso da parte delle detenute del carcere di Torino, sabato 12 agosto. La tragica morte di Susan John, deceduta per inedia, e di Azzurra Campari, morta suicida, hanno portato all’attenzione la necessità di supporto costante per le detenute vulnerabili. Le carenze strutturali e organizzative del sistema carcerario italiano sono emerse così nuovamente, evidenziando la grave situazione penitenziaria.
L’arrivo di Carlo Nordio, Ministro della Giustizia, al carcere di Torino alle 11.30 è stato accolto da fischi, grida e colpi contro le sbarre delle celle da parte dei detenuti del penitenziario.
La sua ispezione dei padiglioni è stata oggetto di vivace contestazione, durata alcuni minuti. La protesta, che in seguito si è placata, ha coinvolto detenuti da ogni braccio del carcere, con urla uniformi e fischi udibili fino al cancello principale.
Nel corso dei minuti, i colpi sulle sbarre si sono uniti al coro di protesta, seguito da suoni simili a oggetti sbattuti con forza dall’interno delle celle.
Tra i presenti ad accogliere il Ministro vi erano la direttrice Elena Lombardi Vallauri, i garanti dei detenuti, Bruno Mellano e Monica Gallo, oltre al responsabile della sanità penitenziaria Roberto Testi.
In seguito, Nordio ha incontrato la psichiatra della struttura e si è dedicato all’esame dei documenti relativi alle detenute decedute.
Carlo Nordio non rappresenta il primo ministro della Giustizia che si trova a visitare il carcere di Torino negli ultimi due anni.
Nel marzo del 2022, la ministra Marta Cartabia aveva effettuato una visita simile dopo l’apertura di un’inchiesta sulle torture ai detenuti, che aveva portato alla chiusura temporanea della struttura penitenziaria.
I problemi delle carceri
La morte di Susan John ha puntato nuovamente i riflettori sui problemi del sistema carcerario italiano. Il sovraffollamento continua a gravare sulla casa circondariale con oltre 1400 detenuti rispetto ai 1100 posti disponibili.
A questi si aggiungono le carenze della polizia penitenziaria e una serie di incidenti drammatici, tra cui aggressioni, incendi e suicidi.
Nel corso dell’anno passato, quattro persone si sono tolte la vita all’interno della struttura, e quest’anno si contano già tre casi di suicidio, oltre alla tragica morte di Susan John, che è deceduta per fame e sete.7
Le storia di Susan John, morta a distanza di poche ore dalla detenuta Azzurra Campari, che si era tolta la vita, ha posto in luce la necessità di una risoluzione tempestiva delle carenze operative e del supporto sanitario.
John, detenuta nigeriana, è stata trovata cadavere dopo venti giorni di astinenza dal cibo e dalle bevande. A differenza di uno sciopero della fame, Susan ha scelto di “spegnersi in silenzio”, un tragico risultato raggiunto in meno di tre settimane.
La senatrice Ilaria Cucchi ha richiesto di fare chiarezza su queste morti, mentre l’Osapp ha definito il carcere di Torino un “girone dantesco”.
(da agenzie)
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