IL NATALE 2020 SI PUO’ ANCHE ABOLIRE, BASTA AVERE IL CORAGGIO DI DIRLO
GOVERNO E SCIENZIATI DEVONO PARLARE CHIARO, QUEST’ANNO NON PUO’ ESSERE COME GLI ALTRI
Nonostante tutto da giorni nelle case degli italiani si ragiona su cosa fare a Natale. Nonno e nonna potranno esserci? E la zia Caterina? E Luigi che non vediamo da tanto tempo? E Paolo e Giovanna e il loro piccolo, è nato da sette mesi e non lo abbiamo ancora visto, solo in foto o in video su wa?
Insomma, considerazioni tipo di normali famiglie meno aggravate di altre dalle ricadute della pandemia. Ma anche chi ha perso molto, chi, disperatamente, quasi tutto, al Natale, al calore del Natale non ci vuole rinunciare, a quelle ore magiche a prescindere, anche se una volta chiusa la porta molti, tra il sarcastico e l’ironico dicono ogni anno, anche sto Natale ce lo siamo levati dalle palle…
Ma non è così, perchè è la festa per definizione. Ecco, ma quest’anno non lo può essere, è arrivato il momento di dirlo, non solo ai bambini, a cui già sono state dette e sottratte molte cose e ai loro fratelli maggiori, con la scuola vissuta in Did, ma anche ai grandi, ai loro genitori, che invece ci girano intorno.
Non ci piace la sarabanda di dichiarazioni di alcuni membri del governo, non ci piace l’ammiccamento intermittente dello stesso premier sugli abbracci di Natale, sui sorrisi e l’intenzione nemmeno tanto sotterranea di dare orari più lunghi ai negozi per le feste, perchè l’economia deve girare. Facciamolo, ma facciamolo con ragione e regole.
Queste amene dissertazioni sul cenone, sul capodanno, sui parenti e i congiunti hanno come solo risultato quello di generare confusione e inutili aspettative.
Come avete deciso le chiusure, le colorazioni delle regioni a seconda della gravità della situazione sanitaria, adesso vi dovete prendere la responsabilità di dire qualcosa sul Natale.
Se è vero come è vero che qualsiasi decisione sia stata presa con il conforto dell’autorità scientifica, anche sul Natale l’autorità scientifica deve dire qualcosa.
Si dirà , dovete essere responsabili, lo sapete già quello che dovete fare. Eh no, ci siamo già passati, questa estate avete allentato, avete mandato segnali sbagliati e adesso dite che la seconda ondata è colpa degli italiani.
Parliamoci chiaro: sarà sempre responsabilità e colpa degli italiani, ma glielo dovete dire.
Gli dovete spiegare, per filo e per segno, quello che possono e non possono fare, quali sono le conseguenze di far sostare in una stessa casa in una stessa stanza, per qualche ora, figli, nonni e nipoti, Senza indulgenze, senza cedimenti, perchè alla scienza questo non è permesso e la politica, anche in questo caso non può non seguire la scienza, altrimenti è demagogia spicciola.
La libertà , come la intendiamo, il Covid ce l’ha rubata, ma lo scambio è, o almeno presumiamo sia, sconfiggerlo, nel più breve tempo possibile.
Non è, quindi, un’eresia chiedere di normare il Natale. Ditelo, con serenità e fermezza, lo dicano i Miozzo, i Locatelli. Non basta raccomandare distanza e mascherine.
A Natale si sta seduti intorno ad un tavolo con nonna e nonno e si mangia, si parla, si respira. Niente baci e abbracci, certo. Ma dovete dire, senza reticenze, se queste conversazioni nel chiuso di stanze che nessuno aererà possono avere conseguenze per le persone più fragili.
E se l’unica cosa da fare, per proteggerle davvero, sia, con un gesto d’amore che oggi sembra difficile capire, lasciarle nella loro casa, vederle per pochi minuti, magari videochiamarle. Il Covid non concede sospensioni. Così è stato questa estate, così è a Natale.
Ma lo dovete dire, chiaramente. Abbiamo rinunciato a moltissimo, possiamo rinunciare anche al Natale, come lo abbiamo sempre immaginato.
E’ un anno, un Natale, nella nostra vita. Abolite il Natale, come avete abolito molte altre cose. I più saggi capiranno. A tutti gli altri, in ogni caso, glielo avete detto.
Se c’è una logica per tutto quello che abbiamo fatto fino ad ora, le privazioni, le restrizioni, le rinunce emotive, allora l’unica cosa sensata da dire e poi fare è passare il Natale con i conviventi, con coloro con i quali abbiamo convissuto in tutti questi mesi difficili. Ci siamo testati in lunghissime giornate chiusi in casa, ci siamo tutelati e sappiamo come stiamo e come siamo stati.
Solo con loro, e poi festeggiare con tutti gli altri, in un domani che speriamo non sia lontano, la fine dell’incubo.
(da “Huffingtonpost”)
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