IL NONNO MILANESE CHE USAVA LE PIATTAFORME ONLINE PER CONDIVIDERE GLI ABUSI SULLA NIPOTE DI UN ANNO
ORRIBILE STORIA, MA NESSUN POST DI ESECRAZIONE DEI SOVRANISTI DATO CHE IL CRIMINALE NON ERA UN IMMIGRATO
La storia che arriva da Milano, purtroppo, è solo un capitolo di un lungo romanzo dell’orrore che, quasi quotidianamente, si ripete. E il web ha amplificato il tutto, dando possibilità gratuite e facilmente accessibili a chi produce, diffonde e scambia materiale pedo-pornografico.
Dalle chat Telegram, più volte denunciate, passando per Twitter e quella rete di pedofili che — alla luce del sole — aveva dato vita a una vera e propria community.
E oggi, notizia delle ultime ore, arriva la terribile storia di un giovane nonno che ha abusato (ripetutamente) della sua nipotina di un anno, trasmettendo le violenze sessuali su una piattaforma streaming e gratuita.
L’uomo, 53 anni, è stato arrestato dalla Polizia Postale nell’ambito di un’operazione avviata mesi fa sullo scambio e sulla diffusione di materiale pedo-pornografico in Italia. Sul suo computer sono stati trovati almeno una ventina di filmati che mostrano gli atti sessuali a cui il nonno costringeva la piccola, una bambina di un anno. E non solo: sull’hard disk gli agenti hanno individuato migliaia (si parla di decine di migliaia) di filmati di stampo pedo-pornografico
La vicenda è stata scoperta grazie al monitoraggio del Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia. Un’operazione iniziata mesi fa e che ha portato nelle ultime settimane a diversi arresti. Della tarda serata di martedì 22 dicembre, la notizia delle manette ai polsi per il nonno di Milano che ore è stato tradotto in carcere perchè, ai domiciliari, avrebbe potuto perpetrare nella sua attività illecita.
L’arresto, dunque, è sacrosanto e ora l’uomo dovrà rispondere davanti ai giudici dei numerosi reati commessi. Bene anche l’operazione di monitoraggio. Ma la vicenda di Milano mette in evidenza come occorra un lavoro di prevenzione e di intervento immediato e repentino. Magari anche con la collaborazione delle stesse piattaforme che vengono utilizzate per compiere questi atti criminali nei confronti dei minori che, per definizione, sono le vittime più esposte di questi comportamenti.
In Italia così come in tutto il mondo, occorre una sferzata dal punto di vista della lettura dei fenomeni, specialmente se portano a reati. E per la salvaguardia dei bambini serve un patto tra le forze dell’ordine e i gestori delle diverse piattaforme: da quelle che offrono il servizio di streaming video alle più comuni chat.
Perchè ancora oggi, nonostante gli scandali, esistono gruppi di persone che sfruttano il web per creare vere e proprie comunità criminali. Perchè la pedofilia e la pedo-pornografia sono reati.
(da agenzie)
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