IL RINCULO DELLA FLESSIBILITA’: IN AUTUNNO SI RISCHIA LA MANOVRA
PER LA FLESSIBILITA’ C’E’ TEMPO, TORNA DI MODA IL RIGORE
La flessibilità sui conti magari arriverà , ma per ora regna il rigore: mentre il premier Matteo Renzi celebrava il presunto successo italiano di aver ottenuto la promessa di qualche margine di manovra in cambio di riforme, il Consiglio europeo approvava le raccomandazioni della Commissione all’Italia rendendole ancora più dure.
“Nel 2015 il Consiglio raccomanda all’Italia di garantire le esigenze di riduzione del debito così da rispettare l’obiettivo di medio termine”, cioè il pareggio di bilancio strutturale (deficit a zero dopo aver tolto dal calcolo le componenti dovute all’effetto della recessione).
E l’Italia deve “assicurare il progresso” verso il pareggio già nel 2014. Queste le pesanti indicazioni del documento rivelato ieri da Federico Fubini su Repubblica.
Nelle sue raccomandazioni, a inizio giugno, la Commissione era stata chiara: il governo italiano non sta facendo la riduzione del debito da 4-5 miliardi nel 2014 promessa e ha deciso di rinviare il pareggio di bilancio dal 2015 al 2016.
Bruxelles non chiede nessuna manovra correttiva, per ora.
Se però in autunno non si dovessero materializzare i miracolosi impatti delle riforme sulla crescita, allora il governo dovrà intervenire già con la legge di Stabilità per ridurre debito e deficit
La situazione è questa: secondo Confindustria il Pil nel 2014 salirà dello 0,2 per cento invece che dello 0,8 indicato dal governo.
Stando così le cose bisognerebbe intervenire di sicuro, non si vede da dove possa arrivare questo impulso alla crescita nei prossimi due-tre mesi.
Si capisce a questo punto meglio l’esigenza di Renzi di ottenere qualche apertura dalla Commissione e da Berlino, il premier vuole dimostrare di essere sulla strada giusta delle riforme ed evitare che in autunno gli venga imposta la manovra per qualche zero virgola mancante: con i nuovi poteri dei regolamenti noti come two pack, la Commissione può anche bocciare la legge di Stabilità se non rispetta i numeri concordati.
C’è anche la possibilità che venga aperta una procedura di infrazione per debito eccessivo.
E tutto questo Renzi non può permetterselo perchè, in base a come andranno i negoziati col Parlamento sulle riforme, il premier potrebbe voler andare al voto nel 2015 ed è meglio non farlo mentre salgono le tasse o ci sono pesanti tagli di spesa (aggiuntivi a quelli sicuri per garantire gli 80 euro in busta paga anche l’anno prossimo e trovare i 32 miliardi di risparmi previsti dal commissario alla spending review Carlo Cotrarelli).
Stefano Feltri
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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