IN ARRIVO LA RIFORMA DEMENZIALE DELLA SCUOLA TARGATA RENZI: LAVORARE IL DOPPIO E SENZA AUMENTI DI STIPENDIO
INVECE CHE SBLOCCARE GLI SCATTI DI ANZIANITA’ FERMI DA ANNI E PORTARE LA REMUNERAZIONE NELLA MEDIA EUROPEA, I COMPAGNI DI MERENDE DI RENZI PENSANO A RIDURRE GLI ORGANICI E RADDOPPIARE L’ORARIO DI LAVORO
I soliti giornali del regime renziano, proni alla propaganda del grande pataccaro, oggi titolano “Scuola: un premio ai professori ma dovranno lavorare di più”.
Arrivano (pilotate) le prime anticipazioni sul piano di riforma della scuola preparato dal ministro Giannini e dal sottosegretario Reggi che dovrebbero “rivoluzionare” il mondo dell’istruzione (nel senso di sfasciarlo).
Il messaggio che il governo vorrebbe far passare è che “verrà dato un premio economico fino al trenta per cento ai prof che si impegnano di più, che sono impegnati in ruoli organizzativi (vicepresidi, presidi e docenti senior) o in attività specializzate come lingue o informatica”
E’ previsto un nuovo contratto di lavoro: “più ore per tutti i docenti, 36 a settimana, e aumenti di stipendio a chi si prende responsabilità , offre competenze specifiche”.
Il contratto riguarda un milione di insegnanti.
Il sindacato Anief ha chiesto preventivamente di fermare tutto, “prima si portino gli stipendi ai livelli dei paesi industrializzati, poi discutiamo”.
Reggi ha ribaltato la questione e avanzato una proposta: scatti d’anzianità invariati e premi stipendiali fino al 30 per cento per i docenti impegnati in ruoli organizzativi (vicepresidi, docenti senior) o attività specializzate (lingue e informatica).
In cambio il ministero chiede agli insegnanti una maggiore disponibilità : più ore a scuole per un periodo più lungo.
Ma Reggi mente sapendo di mentire.
In primo luogo gli scatti sono bloccati da anni e dovrebbe persino vergognarsi a citarli, altro che dichiarare che “rimarranno inalterati”.
Secondo aspetto: se raddoppi l’orario devi avere il coraggio di dire che lo scopo è dimezzare gli insegnanti e stipare più alunni nella singola classe, non c’e’ alternativa.
Reggi mente quando parla di aumenti di stipendio: riguarderà solo 1 insegnante su 100 nella migliore delle ipotesi (vicepresidi e affini), gli altri secondo lui dovrebbero lavorare il doppio e guadagnare come ora.
Un’altra novità riguarda anche le supplenze brevi. Attualmente ci si affida alle chiamate brevi, “costose” per i bilanci del Miur: l’idea è quella di far coprire le supplenze ai prof già in cattedra nell’istituto senza riconoscimenti economici extra.
Che originale pensata, ci voleva un ministro per proporre di lavorare gratis.
Avranno più potere i dirigenti scolastici che potranno decidere a chi assegnare il bonus stipendiale (i loro raccomandati).
Il tutto per “garantire investimenti nei premi ai più disponibili e nell’offerta formativa scesa a 600 milioni e da raddoppiare”.
Se volete fare investimenti nella scuola pubblica, cari renziani, cominiciate con utilizzare i milioni di euro che regalate alle scuole private, iniziate da lì invece di insultare gli insegnanti definendo la scuola italiana “un ammortizzatore sociale”.
Non esiste Paese europeo dove un ministero definisca così i propri dipendenti, come in effetti in Europa non esiste una classe dirigente di livello infimo come in Italia.
Ribadiamo il concetto: a guidare la Pubblica istruzione ci devono essere intelligenze sensibili al recupero della “funzione pubblica” della scuola, non quinte colonne di interessi privatistici.
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