IN SVIZZERA, MULTE PROPORZIONALI AL PATRIMONIO: UN ECCESSO DI VELOCITA’ SANZIONATO ANCHE CON 200.000 EURO
UN IMPRENDITORE CHE ALLA GUIDA DI UNA FERRARI AVEVA SUPERATO IL LIMITE DI VELOCITA’ IN UN CENTRO ABITATO E’ STATO MULTATO DAL GIUDICE IN BASE AL SUO REDDITO DI 23 MILIONI DI FRANCHI…IL CONCETTO DI MULTE PIU’ SALATE AI RICCHI, IN ITALIA SAREBBE APPLICABILE?
Una multa da 200.000 euro per eccesso di velocità non si era mai vista: sarebbero molti, in Italia, gli aspiranti suicidi che si vedessero contestare un’ammenda di questo genere, mentre da contare sulla punta delle dite coloro che la prenderebbero con noncuranza e con aplomb inglese.
Ma l’idea di infliggere multe in misura crescente, secondo le disponibilità economiche del contravventore, in fondo ha una sua logica e una sua linea di giustizia.
Deve essere apparsa così al legislatore svizzero che l’ha tradotta in norma vigente: una legge federale, infatti, prevede che le infrazioni più gravi, con sanzioni penali, vengano calcolate in base al reddito.
Tra queste il superamento del limite di velocità in misura eccedente i 25 km/h nei centri abitati, i 30 km/h nelle strade cantonali, oltre i 35 km/h nelle autostrade.
E ancora la guida in stato di ebbrezza o di spossatezza, la circolazione senza patente e i sorpassi pericolosi.
Prima vittima della multa a redditometro, un imprenditore svizzero che, a bordo della sua Ferrari, ha superato, nel centro abitato di Morschwil, Cantone di San Gallo, di 50 km/h il limite massimo stabilito.
Si è beccato una multa di 299.000 franchi svizzeri, pari a circa 200.000 euro, tanto per gradire.
Il giudice l’ha calcolata sulla base del patrimonio dell’incauto signore che ammonta a ben 23 milioni di franchi svizzeri.
E’ probabile che il salasso avrà un effetto dissuasivo in futuro per il ricco imprenditore: certo che se paragoniamo la sua infrazione alle ben più gravi irregolarità che si registrano ogni giorno in Italia e che vengono sanzionate con pochi euro, viene quasi da sorridere.
L’idea svizzera in fondo non è poi così male, resta da vedere se una normativa del genere sarebbe applicabile in Italia, ovvero se anche nel nostro Paese avrebbe una prospettiva di efficacia.
Se analizziamo i dati sulle dichiarazioni dei redditi, resi pubblici in questi giorni, ci sarebbe da avere seri dubbi.
Anche se sulle nostre strade le automobili di lusso si sprecano, gli italiani ricchi per il fisco quasi non esistono, sono come i panda, in via di estinzione.
Molti italiani spesso nei moduli consegnati al fisco dichiarano la propria quasi indigenza, (ammesso che consegni i moduli), e quelle auto da sogno su cui viaggiano le hanno acquistate con guadagni che non risultano, coi quattrini del lavoro in nero, coi soldi dell’evasione fiscale insomma, recentemente premiata con lo scudo fiscale dal governo.
La legge svizzera da noi finirebbe per essere inefficace e ingiusta.
Da un lato colpirebbe i pochissimi costretti a dichiarare i propri redditi ( con un minimo getto di ammende quindi), dall’altro lascerebbe impuniti i possessori di auto, barche e ville milionarie che non hanno il vezzo di pagare le imposte.
Un’idea non male sarebbe quella di misurare l’entità della multa sulla base della cilindrata dell’auto, che è certa e non contestabile, invece che sui redditi dichiarati che da noi sono misteriosi.
Ma chiunque in Italia si facesse fautore di una norma di questo tipo rischierebbe di finire appeso a un lampione.
Sicuramente da noi prevarrebbe la scelta del sistema svizzero, quello originale e inflessibile, così saremmo certi che non colpirebbe mai nessun automobilista.
I ricchi da noi da non esistono e quei pochi sono rispettosi delle leggi…
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