LO STATO E' IL VERO LATITANTE, LE COSCHE IL MANDANTE: DA UN ANNO LA REGIONE AVEVA SOLLECITATO MARONI A INTERVENIRE, MA I 200.000 EURO NON SONO MAI ARRIVATI... IL COMUNE ERA COMMISSARIATO PER INFILTRAZIONE MAFIOSA E IN MANO ALLE FAMIGLIE BELLOCCO E PESCE... IL FIGLIO DI BELLOCCO ARRESTATO PER AVER GUIDATO I DISORDINI
Quanta ipocrisia nell'atteggiamento delle istituzioni in merito ai disordini avvenuti a Rosarno, quante falsità , quanti falsi stupori, quante responsabilità nell'aver fatto finta per anni di "non vedere".
Andiamo per capitoli per cercare di fornire a chi ci legge qualche elemento a giustificazione della nostra tesi.
Uno degli agglomerati di baracche in cui dormivano gli immigrati a Rosarno era quello della Rognetta, in pieno centro, a poche centinaia di metri dalla scuola, dagli uffici comunali, dalla chiesa.
Era così da almeno 15 anni, non da un giorno, ma tutti hanno sempre fatto finta che ciò fosse normale, che fosse legittimo sfruttarli, giustificato farli vivere in condizioni igieniche da bestie. Lo sapevano tutti che erano sottopagati, in mano alla 'ndrangheta e ai caporali di giornata.
Il "grande statista" Maroni, il peggiore ministro degli interni della storia repubblicana, ha parlato di "troppa tolleranza" nei confronti dei clandestini, segnando l'ennesimo autogol della sua patetica permanenza al Viminale.
Avrebbe dovuto spiegarci a chi sarebbe da addebitare questa "troppa tolleranza": forse al commissario prefettizio nominato dal governo, dopo lo scioglimento della giunta di Rosarno per infiltrazioni mafiose?
O forse ai funzionari di polizia che dipendono, guarda caso, dal ministero degli Interni? Intende forse prendere provvedimenti nei confronti dei suddetti, ammettendo quindi suoi personali errori di valutazione?
E ci dica Maroni, in due anni, quante retate di "caporali" ha ordinato, per porre fine a quell'ignobile mercato delle braccia che andava in onda ogni mattina all'alba a Rosarno per reclutare la manodopera giornaliera da accompagnare ai campi.
Oppure ci renda edotti di quante denunce avrebbe sollecitato nei confronti dei proprietari di agrumeti che pagavano in nero migliaia di immigrati, "elargendo" loro 15-20 euro al giorno per 14 ore di lavoro.
Qualcuno magari pensa che Maroni ne fosse all'oscuro?
Eccolo servito: da un anno la Regione Calabria aveva più volte sollecitato un intervento a Maroni e vi era stata la promessa del ministro degli Interni di stanziare 200.000 euro per garantire un minimo di condizioni sanitarie e igieniche accettabili, ma i soldi non sono mai arrivati.
Così come nessun intervento di ordine pubblico è stato mai messo in atto.
E si è arrivati all'esplosione della rabbia degli immigrati che il procuratore di Palmi, Giuseppe Creazzo, ricostruisce così: "Tutto è cominciato da quegli spari, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, questa gente di colore subisce vessazioni da troppo tempo, è stata la reazione di gente disperata. Ogni reato commesso sarà perseguito, ma un'analisi di quanto è accaduto non può che essere lucida".
Testimonia un universitario di Rosarno che " questi prima li sfruttano, poi non li pagano e infine li cacciano. Hanno fatto disastri, ma ho visto anche miei compaesani che prima su di loro ci hanno guadagnato ora chiedere che vengano cacciati. Questa è una terra di ipocriti, ci sono tante brave persone, ma ce ne sono anche di altro tipo".
Chi tra gli immigrati ha commesso atti di violenza deve essere perseguito secondo la legge, ma come non ricordare che nel centinaio di abitanti di Rosarno, armati di bastoni e chiavi inglesi, che davano "la caccia ai neri" o facevano blocchi stradali, spiccavano gli affiliati ai clan dei Pesce e dei Bellocco, esponenti della 'ndrangheta più potente di Rosarno?
E che dire dell'arresto, durante gli scontri, di Antonio Bellocco, 29 anni, figlio dell'esponente di spicco della famiglia omonima di Rosarno, unitamente ad altri due pregiudicati, accusati ora di tentato omicidio?
Chi ha sfruttato per anni il lavoro nero ora vuole cacciarli perchè sono diventati scomodi: fino a che subivano e accettavano condizioni di vita da bestie sottopagate, andavano bene.
Se ti ribelli non più e allora è iniziata la "caccia al nero" a bastonate nei campi, l'assedio ai dormitori di fortuna, le esecuzioni a colpi di fucile.
Assente lo Stato per anni, latitante nelle prime ore delle violenze degli immigrati, timoroso persino nel tutelare la vita dei neri i giorni ignobili della caccia all'uomo.
Lo Stato ha scritto una delle pagine più miserabili della sua storia nel non saper prevenire prima e nel gestire malamente poi.
E di fronte alle immagini di immigrati disperati e sanguinanti, una pagina schifosa l'ha scritta un giornale di centrodestra titolando "Mandiamoli a quel paese" e spiegando che "se le istituzioni hanno una colpa è quella di non aver rispedito a casa loro gli immigrati" perchè "avanti così anche il Sud diventa leghista".
Roba da Klu klux klan, oltre che da intellettualmente disonesti: come se qualcuno non li avesse cercati, chiamati a lavorare in nero, sfruttati e trattati come bestie.
Il sud non diventerà mai leghista, come non lo è il 90% dei cittadini del nord, semplicemente perchè non è razzista.
Chi alimenta l'odio, chi istiga alla violenza, chi giustifica l'operato delle cosche mafiose che sfruttano i più deboli, chi dimentica di raccontare la verità , chi stravolge i fatti, chi pensa di guadagnare due voti soffiando sul fuoco della paura, è solo un essere miserabile che di umano non ha nulla.
A 60 chilometri da Rosarno, nella cittadina di Riace, 1700 calabresi convivono tranquillamente con 300 immigrati e tutti sono orgogliosi di dichiararsi "città dell'accoglienza". L'ottusità del centrodestra che pensa di vivere speculando elettoralmente in eterno sui conflitti razziali, nel tempo non produrrà alcun frutto.
Incapace di disegnare un futuro, rischierà di scomparire insieme alla dipartita di qualche rancoroso rincoglionito che pensa solo a mettere soldi nel materasso.
Non si fa storia senza visione del mondo, non si cambia la vita senza umanità e socialità , non si fa crescere l'elettorato gestendo i quotidiani egoismi.
Questo governo di destra non ha nulla, la destra ama, non odia, è “per qualcosa”, non sempre “contro qualcuno”, ha come caratteristica un'anima sociale e solidale, non forche e cappi al collo.
La destra vera guarda oltre l'orizzonte, non ha paura del nuovo, accetta la sfida del cambiamento, non si chiude nei cessi a doppia mandata, in nome dell'anticomunismo e della xenofobia.
La destra vera non si vende per due voti, sa perderne uno per conquistarne cento.
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