IL FRECCIAROSSA “SFRECCIA” LENTAMENTE: IL 70% ACCUMULA RITARDI
SECONDO LA PROCURA DI TORINO, SU 420 TRENI MONITORATI BEN 300 HANNO AVUTO RITARDI… I RILIEVI EFFETTUATI NEL PERIODO PRECEDENTE AL MALTEMPO… LE FERROVIE PARLANO DI DATI INFERIORI E DI “GUAI GIOVANILI” DOVUTI AL RODAGGIO
Nel periodo di avviamento della rivoluzione dell’alta velocità , i treni Frecciarossa non sono stati all’altezza delle promesse e degli impegni, e non solo per colpa del maltempo.
Lo testimoniano i primi dati elaborati nell’ambito dell’inchiesta conoscitiva aperta a Torino, epicentro di proteste e dissesti, dal procuratore Guariniello.
Il magistrato ha dato alla Polfer il compito di raccogliere i dati relativi a un congruo campione di treni veloci, relativi a dieci giorni di servizio, prima delle feste natalizie.
Sono stati monitorati 400 Frecciarossa e solo 20 treni hanno rispettato la tabella di marcia.
Un centinaio è approdato a destinazione con meno di 15 minuti di ritardo e oltre trecento invece hanno accumulato ritardi superiori ai 15 minuti.
Tra questi, 50 hanno sforato i tempi di ben 60 minuti, 30 sono andati oltre le due ore di ritardo, arrivando a picchi anche di 5 ore.
E tutto, ripetiamo, prima che neve e ghiaccio flagellassero la penisola, praticamente due giorni dopo l’inaugurazione in pompa magna.
Da ciò è derivato che centinaia di clienti hanno perso coincidenze e hanno mancato appuntamenti importanti.
In pratica le ferrovie superveloci hanno istituzionalizzato il quarto d’ora accademico di ritardo.
Le ferrovie da parte loro contestano in parte i dati, preferendo spalmarli in un periodo più lungo e sostengono che solo un treno su tre accusa ritardi sopra i 15 minuti.
A cosa sarebbero dovuti?
A quattro fattori.
Cause interne, ovvero inconvenienti tecnici.
Cause esterne, ovvero eventi meteorologici, suicidi,incidenti.
Cause dovute al gestore della rete, Rsi.
Cause che dipendono da altri operatori ferroviari o da concessionarie locali. Secondo la direzione delle Fs, si tratta in ogni caso di difficoltà legate alla messa a regime della “rivoluzione alta velocità “, in pratica guai giovanili, in quanto il sistema è complesso e ha bisogno di rodaggio, accompagnato da cure amorose giornaliere di tecnici e addetti.
Si tratta di 110 treni giornalieri, dicono alla ferrovie, poi c’è l’orario invernale, il tempaccio e i guasti elettrici.
Insomma mai una volta che le ferrovie ammettano qualche responsabilità , la colpa è piuttosto di chi sceglie di suicidarsi buttandosi sotto un treno, invece che dal balcone di casa.
E’ una vita che sentiamo sempre le stesse giustificazioni e probabilmente anche questa non sarà l’ultima.
Restiamo in attesa delle verifiche primaverili…
Leave a Reply