INDOVINATE CHI SI OPPONE AGLI AIUTI A FONDO PERDUTO ALL’ITALIA: GLI AMICI SOVRANISTI DELL’EST DI SALVINI E MELONI
NON SOLO I 4 PAESI DEL NORD, NOTORIAMENTI RIGORISTI, MA ANCHE UNGHERIA, POLONIA E SLOVACCHIA CHE TEMONO DI PERDERE I FONDI CHE SUCCHIANO ALLA UE SENZA MAI COLLABORARE
A due giorni dalla presentazione, il piano franco-tedesco su un ‘recovery fund’ fatto di 500 miliardi di sussidi ai paesi più colpiti dall’epidemia non fa il pieno di applausi in Europa.
Oltre ai paesi cosiddetti ‘frugali’ – i meno generosi con il bilancio europeo pronti a presentare un loro contro-piano – anche nell’est Europa si mettono in fila per criticare Parigi e Berlino.
Ungheria, Polonia, Slovacchia temono di perdere i loro ‘cari’ fondi europei a vantaggio dei paesi più colpiti dalla pandemia, come l’Italia o la Spagna che a loro volta vorrebbero invece rendere “più ambiziosa” la proposta della cancelliera tedesca e del presidente francese.
Lo ribadisce oggi il capo del governo Giuseppe Conte in una telefonata con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
Intanto, i ‘frugali’, cioè Austria, Olanda, Danimarca e Svezia, annunciano una loro contro-proposta per i prossimi giorni.
Il cancelliere austriaco Sebastian Kurz insiste sul fatto che le risorse non dovranno essere erogate sotto forma di sussidi a fondo perduto, bensì come prestiti che ogni Stato membro dovrà ripagare.
Il premier olandese Mark Rutte usa toni più dimessi, l’arringa contro Parigi e Berlino è molto austriaca. Anche perchè il governo de L’Aja era a conoscenza del piano franco-tedesco: Angela Merkel si era preoccupata di avvertire l’Olanda.
Ma oggi parla anche Rutte, associandosi alla elaborazione di un contro-piano rispetto a quello franco-tedesco, insistendo sul fatto che i paesi che beneficeranno dei soldi dovranno impegnarsi su un programma di riforme strutturali per far scendere il debito.
In sostanza, nella loro contro-proposta, i nordici chiederanno: prestiti e riforme, le due condizioni per tenere a freno il debito dei paesi più deboli dell’Ue, i due paletti più temuti dai paesi del sud.
Il punto è che i quattro ‘frugali’ non sono isolati in Europa.
Anche l’est non festeggia per la proposta di Merkel e Macron. Incredibilmente, anche l’Ungheria del nazionalista Viktor Orban preferisce la modalità del prestito, piuttosto che le sovvenzioni a fondo perduto.
A Budapest si teme che la Commissione riduca i fondi europei, dai quali i paesi dell’est dipendono quasi totalmente, per privilegiare il pagamento ai creditori che acquisteranno i bond comuni. Bond che serviranno a finanziare il ‘recovery fund’.
Sulla stessa linea anche la Polonia. Insomma, il timore è che avere un pil basso, finora condizione infelice ma privilegiata per l’accesso ai fondi, non sia più una priorità in tempi di pandemia. A est la paura è di essere ‘superati’ dai paesi più colpiti dal virus.
Ma il lavoro di Parigi e Berlino resta comunque la base di una trattativa che fino a tre giorni fa non aveva nulla che fosse nero su bianco. Fino a mercoledì, quando von der Leyen presenterà la proposta della Commissione, andrà avanti la trattativa, ogni Stato con i suoi paletti da piantare.
Da parte sua, Conte chiede che si vada oltre i 500 miliardi previsti dal piano Merkel-Macron e si fa scudo della risoluzione approvata il 15 maggio scorso a larghissima maggioranza dall’Europarlamento, nella quale si chiede un fondo di ripresa di mille miliardi, per la maggior parte in sovvenzioni a fondo perduto invece che prestiti, alimentato da bond comuni e inserito in un bilancio europeo arricchito da “risorse proprie” per l’Ue.
Cioè tasse sulla plastica, sui servizi digitali (sospese però in Italia). Un’ipotesi allo studio della Commissione che potrebbe così smussare le criticità sul debito che verrebbe accumulato dall’Ue per costituire il nuovo fondo di ripresa.
(da “Huffingtonpost”)
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