INTERDETTO DUE ANNI, LA CASSAZIONE CHIUDE CON MEDIASET
SILVIO BERLUSCONI, GIà€ DECADUTO DAL SENATO, NON POTRà€ NEMMENO VOTARE ALLE EUROPEE… SI COMPLETA COSàŒ LA SENTENZA DI UN PROCESSO DURATO 13 ANNI
Dalle 21.50 di ieri sera Silvio Berlusconi è anche un interdetto definitivo dai pubblici uffici per due anni.
E quindi per due anni non solo non può candidarsi ma non può neppure votare.
Resta valida, naturalmente, l’espulsione dal Senato e l’incandidabilità per 6 anni, sulla base della Severino. Il Cavaliere, apparentemente, non si scompone: “Vado avanti. Non mi farò da parte”.
È stata la terza sezione della Cassazione, presieduta da Claudia Squassoni, a confermare i due anni di pena accessoria per frode fiscale, processo Mediaset, che si aggiungono alla pena principale, quattro anni, di cui tre indultati, confermata ad agosto.
I giudici hanno ritenuto “irrilevanti” le eccezioni di incostituzionalità delle norme tributarie e hanno “rigettato” gli altri punti del ricorso.
Il verdetto di ieri sera era ineluttabile. Ad agosto, infatti, la sezione feriale presieduta da Antonio Esposito aveva confermato in tutto e per tutto la sentenza d’appello dei giudici milanesi, ad accezione dell’entità dell’interdizione dai pubblici uffici.
Come quelli di primo grado, i giudici d’appello avevano inflitto a Berlusconi 5 anni di pena accessoria, ma secondo la Cassazione avevano sbagliato ad applicare la legge ordinaria: avrebbero dovuto applicare quella tributaria che prevede una pena da uno a tre anni. E solo per il ricalcolo della pena avevano ordinato un appello bis.
Il 19 ottobre scorso i nuovi giudici d’appello hanno condannato Berlusconi a due anni di interdizione dai pubblici uffici .
Pena confermata ieri. Dal collegio giudicante si sono ritirati Amedeo Franco, tra i giudici che ha condannato Berlusconi ad agosto e Luigi Marini, che si era già occupato di Berlusconi, ma soprattutto è presidente della corrente “comunista”, Md, che lo perseguita, ripete sempre l’ex premier.
Anche la procura generale, con il sostituto Aldo Policastro, ieri ha chiesto la conferma della condanna: “I giudici di Milano hanno esattamente indicato i criteri in base ai quali hanno determinato in due anni l’interdizione per la estrema gravità dei fatti accertati, il dolo intenzionale e la realizzazione di un sistema duraturo di evasione fiscale”.
Ha fatto notare che la “colossale” frode fiscale, per usare le parole dei giudici milanesi, non era stata certo fatta a insaputa di Berlusconi, anzi: “Si deve tenere conto della condotta così come è stata accertata e la condotta è interamente ascrivibile a Berlusconi”.
E ha evocato la sentenza definitiva per quanto riguarda la pena principale: “La realtà che ci consegna la sentenza passata in giudicato è assolutamente insuperabile. La quantificazione della pena è insindacabile”.
Gli avvocati Franco Coppi e Niccolò Ghedini hanno provato a porre le stesse questioni presentate al processo d’appello bis e bocciate dai giudici milanesi.
Questa volta hanno usato anche il caso dell’avvocato della famiglia Agnelli, Franzo Grande Stevens. Hanno citato la sentenza della Corte di Strasburgo che il 4 marzo ha stabilito la violazione dei diritti umani per Grande Stevens e Luigi Gabetti, condannati dalla Consob e poi in sede penale per l’inchiesta Ifil-Exor.
Un caso, secondo i legali di Berlusconi, sovrapponibile a quello del loro assistito, che subisce l’interdizione e la legge Severino.
Ma per la Cassazione evidentemente non è così. Secondo i giudici dell’appello bis, la Severino “non è sovrapponibile” a un processo penale, ha un iter “distinto”.
Sempre ieri gli avvocati hanno tentato pure a carta della Consulta per “profili di incostituzionalità ” delle norme tributarie che non hanno consentito a Berlusconi di saldare il debito con il fisco.
I giudici dell’appello bis, investiti della stessa questione, hanno respinto, rivelando, tra l’altro, che la comunicazione in udienza di un pagamento di 11 milioni era solo un annuncio e che comunque era fuori tempo massimo perchè doveva avvenire prima del dibattimento.
Prossima puntata a Milano, il 10 aprile, quando il tribunale di Sorveglianza dovrà decidere se affidare Berlusconi ai servizi sociali, come ha chiesto, o se metterlo agli arresti domiciliari per scontare l’anno residuo di pena principale.
Antonella Mascali
Leave a Reply