INTERVISTA A GABRIELLA GALLARATI, RESPONSABILE PER IL NORD DI “BLU PER L’ITALIA”: “LA POLITICA TORNI A ESSERE PASSIONE E CAPACITA’ DI FARE SQUADRA: OGNI ESSERE UMANO E’ UN VALORE”
“ABOLIRE EQUITALIA, LO STATO DEVE MOSTRARSI UMANO”… “MUTUI ANCHE A CHI NON HA UN CONTRATTO DI LAVORO INDETERMINATO” “INVESTIRE NELLA RICERCA SCIENTIFICA E NELLA PREVENZIONE SANITARIA, BASTA FUGHE DI CERVELLI” …”I TOSSICODIPENDENTI VANNO ASSISTITI IN COMUNITA’, NON IN GALERA”…”LO SPORT DEVE ESSERE FRUIBILE DA TUTTI”
Grintosa e determinata, Gabriella Gallarati è la responsabile organizzativa di “Blu per l’Italia” per il nord. Una vita divisa tra Parma e la Riviera di Levante, alternando impegno sportivo (ha giocato nella serie A di soft-ball) e lavorativo (in un noto istituto di credito). Non è una politica di professione, si nota, ma rivela subito una grande capacità di rapportarsi: “Ognuno di noi è una risorsa di grande valore. E, come spesso dico, fare squadra è forza”.
Lei è responsabile organizzativa per il Nord della nuova associazione “Blu per l’Italia”. Nel vostro programma leggiamo che “occorre ritrovare la perduta competitività delle nostre imprese e battersi contro possibili derive stataliste”. Sono concetti che fotografano in particolare la situazione del nord industriale del Paese?
Il nord deve tornare ad essere competitivo, occorre liberalizzare i mercati e dare alle amministrazioni locali l’opportunità di migliorare i servizi ai cittadini, alleggerendo la burocrazia. Non dimentichiamo che competitività significa miglioramento dei settori, qualità e prezzi.
Vivendo a contatto con la crisi economica che attraversa anche le piccole e medie imprese vuole farci un quadro reale di quali sono i problemi quotidiani degli imprenditori e cosa rimproverano alla politica?
Molti sono ormai alla canna del gas, prima di tutto hanno bisogno di linee di credito e riduzione delle imposte.
Pensa a qualche misura specifica?
Per incentivare l’occupazione, si potrebbe dare la possibilità di assumere giovani fino ai 35 anni di età senza dover versare contributi. Stipendio netto con obbligo del datore di lavoro di stipulare una polizza assicurativa sulla salute a favore del dipendente e obbligo del lavoratore di aprire un fondo pensione privato. Accompagnata da una tassazione annuale sul reddito del 10% che il dipendente provvederà a versare allo Stato.
Il sistema del credito è in sofferenza: l’accesso è sempre più difficile per chi non ha solide garanzie. Esiste una possibile soluzione per ridare fiato a tante famiglie che si trovano in difficoltà con mutui e pagamenti, attraverso un nuovo approccio della politica all’economia?
Guardi, per ridare fiato alle famiglie bisogna ricondizionare mutui e prestiti. E concedere mutui anche a chi non ha un contratto di lavoro a tempo indeterminato. Ormai, molti giovani e non, lavorano a progetto, o stagionalmente, anche da anni, referenziati, con interruzioni brevissime, ma non riescono ad ottenere mutui o prestiti personali. È vergognoso. Io ti do 100 se tu metti in garanzia 100, pensa che offerta…
Voi auspicate “uno Stato che investa maggiori risorse in scuola, università e ricerca”. In Europa siamo i fanalini di coda nel rapporto investimenti/Pil…
La ricerca scientifica e medica sono fattori essenziali per la vita umana. I nostri uomini e donne migliori se ne vanno all ‘estero, anzi, ce li portano via, vanno in Stati dove trovano mezzi, strutture e servizi più avanzati e dove viene riconosciuto il loro operato. Pensiamo a tutti quelli che soffrono di patologie gravi e che sperano nel progresso della medicina e nel soccorso sanitario. Ma anche chi sta male all’improvviso, dove va? Al pronto soccorso (non nomino neppure il medico di famiglia, serve solo per le ricette mediche). Quale? Li stanno chiudendo tutti. E avrà la fortuna di trovare la giusta tempestiva assistenza e la struttura adeguata con macchinari funzionanti?
Immagino che anche sulla prevenzione sanitaria sia critica…
Dovrebbe essere obbligatoria, non facoltativa. Per la salute di tutti. Lo Stato investe denaro con inviti a presentarsi nei laboratori ospedalieri, ma spesso sono ignorati. Rendiamolo obbligatorio, con sanzioni a carico di chi non prenota i test e non si presenta. E non limitiamoci ai pap test e mammografie. Più siamo sani, meglio viviamo e meno costiamo alla comunità .
In Italia esistono fasce di emarginazione, settori in “sofferenza”: persino le famiglie dei disabili sono costrette a manifestare sotto i Palazzi del potere. “Blu per l’Italia” si rivolge anche a loro?
Oguno di noi per un attimo provi a immaginare come sarebbe la sua vita su una sedia a rotelle, oppure cieco o sordomuto.Conosco famiglie con disabili che mi raccontano della carenza di strutture pubbliche riabilitative e dell’incompetenza di chi fa assistenza. La vita di queste persone è già molto penalizzata dalla natura o dalla disgrazia: e’ nostro dovere offrire loro ogni possibilità ‘ di miglioramento
Anche sulla gestione delle tossicodipendenze va cambiato qualcosa?
I tossicodipendenti non devono essere lasciati soli, ci vogliono strutture adeguate. I volontari sono ammirevoli e ben vengano, ma non bastano. Troppi ragazzi si rovinano la vita e muoiono, lasciando dietro di se dolore e disperazione. Non serve metterli in prigione, si rovinano del tutto. Occorre aiutarli a ritrovare se stessi e reinserirli nella società . Una volta, a Milano, ho sentito Don Mazzi dichiarare che quasi tutti i tossicodipendenti provengono da famiglie di separati. E anche su questo ci sarebbe molto da dire.
Ampio spazio del vostro programma è rivolto alla necessità di “rendere maggiormente produttivi i nostri beni culturali”, tante regole vanno cambiate, vi rivolgete ai giovani in particolare. Lei ha un passato sportivo di tutto riguardo: anche il sistema sport necessita ci cambiamento?
Lo sport è salute, educazione e disciplina. Fortifica il fisico e l’anima e si coltiva da bambini, altro che diminuire le ore di palestra nelle scuole. Incentivare, ecco cosa si deve fare. Lo sport è interesse e passione ed allontana la noia, causa primaria di avvicinamento a droga e alcool. Riconoscerei benefici fiscali alle imprese che sostengono e/o organizzano attività sportive con i propri collaboratori. Lo sport non deve essere un privilegio solo per chi può permettersi di pagare palestre, attrezzature o altro.
Nel vostro manifesto si legge che occorre “promuovere la figura femminile come motore dell’intero sistema Paese”. Come mai nella gestione della cosa pubblica in Italia ci sono ancora così poche donne, rispetto ad altri Paesi europei?
Forse perchè ci sono ancora troppi “vecchi” schemi maschili che impediscono di riconoscere la capacità e spesso, superiorità , femminile.
“Blu per l’Italia” sta riscuotendo consensi pur essendo solo agli albori: segno che esiste ancora un interesse verso una partecipazione alla vita sociale e politica. In quali strati della popolazione trovate maggiore adesione?
Non sono una politica, vivo in mezzo alla gente comune, posso solo dire che i problemi di cui abbiamo conversato sono i problemi di tutti e che tutti sono interessati. Imprenditori, famiglie, studenti…tutti vogliamo la stessa cosa: lavoro, dignità e giustizia sociale.
Le diamo una virtuale bacchetta magica: se potesse far passare una sua proposta di legge, quale norma vorrebbe introdurre nel nostro Paese?
Abolire Equitalia, lo Stato torni a essere umano.
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