INTERVISTA AL VESCOVO DI MELFI: “PAPA FRANCESCO CI HA ORDINATO DI SCONFESSARE I POLITICI CORROTTI”
“MIGRANTI, LAVORO E DIRITTI, BASTA STARE ZITTI”
Denunciare le ingiustizie è stato un ordine arrivato dal Vaticano.
“Ce lo ha detto papa Francesco il 18 maggio scorso, all’apertura dell’assemblea generale della Cei”, spiega monsignor Gianfranco Todisco, vescovo di Melfi, Rapolla e Venosa, autore di una lettera contro il turno domenicale indirizzata all’ad di Fca Sergio Marchionne e ai vertici dello stabilimento lucano.
È solo l’ultimo intervento di un vescovo a tutela dei diritti, dopo le parole di monsignor Nunzio Galantino a difesa dei migranti.
“Bergoglio ci ha invitato a ‘non essere timidi o irrilevanti nello sconfessare e nello sconfiggere una diffusa mentalità di corruzione pubblica e privata’ che può danneggiare anche gli ‘onesti lavoratori’”, continua.
Monsignor Todisco, come è nata l’idea della lettera?
La cosa è molto semplice: a Melfi il riavvio dell’attività è avvenuto dopo due anni di cassa integrazione. È stata una boccata d’ossigeno per ottomila famiglie. Sono anche stato invitato diverse volte in fabbrica, pure prima di Natale, e ho benedetto i due modelli in produzione (la Jeep Renegade e la 500X, ndr). Mi ero già augurato che il lavoro domenicale non continuasse a lungo. Sono al corrente della necessità del lavoro, la cui mancanza mortifica la persona, grazia permettiamo ai dipendenti di passare il tempo con la famiglia.
Perchè?
Perchè quando il profitto viene messo al primo posto la famiglia diventa un albergo a cinque stelle in cui c’è tutto quello che serve, ma dove non si sta più insieme. La compagnia della famiglia non ha prezzo.
Gli operai hanno reagito?
Uno devoto mi ha scritto su WhatsApp: “Complimenti per la lettera. So già che non funzionerà per la manutenzione, ma ha fatto bene”.
Nei giorni scorsi monsignor Nunzio Galantino ha difeso i migranti, poi il vescovo Muser e ora lei difendete i lavoratori. Voi vescovi state inaugurando una nuova linea d’intervento?
È papa Bergoglio che ci ha invitato a denunciare ogni forma di ingiustizia che va contro la dignità della persona. Era all’apertura dell’assemblea della Cei il 18 maggio.
State sostituendo la sinistra e i sindacati nella difesa dei diritti delle persone?
Quando si tratta di dignità umana non mi interessano le etichette. Qualcuno potrebbe ritenerlo un attacco alla Fca. Ma io mi informerò anche sulle altre aziende che lavorano la domenica e scriverò anche a loro.
Insomma, va avanti.
Sì, anche se mi è già arrivata la critica di un sindacalista della Uil (Carmine Vaccaro, segretario regionale, ndr), secondo il quale 400 persone rischiano il posto. Ma il turno domenicale è un sacrificio per i lavoratori, non deve essere la norma.
Gli altri dipendenti che dicono?
Ho parlato con molti di loro a maggio, quando ho accompagnato dei sacerdoti a visitare la fabbrica. Alcuni di loro non hanno retto i ritmi della catena di montaggio e hanno lasciato il lavoro, ma gli altri sono contenti. Con me c’erano anche due preti che, prima di entrare in seminario, sono stati operai alla Fiat. Erano sorpresi dalle condizioni.
Si aspetta una risposta da Marchionne?
Non lo so, però ai vertici dello stabilimento ci sono persone competenti che sono anche dei fedeli. So anche che non si può cambiare la produzione da un momento all’a ltro. Ora è tempo di vacche grasse e ci sta, ma mi auguro che poi ripensino i modelli di produzione.
Anche il vescovo di Bolzano Ivo Muser ha criticato il lavoro domenicale. Si è esagerato?
Sì, la domenica deve essere per tutti, anche per quelli che vogliono lavorare. Consideriam anche che molti lavoratori vengono sfruttati, prendono 50 anzichè 100.
Papa Francesco oggi (ieri per chi legge, ndr) dice che il lavoro non deve tenere in ostaggio la famiglia, spesso considerata un “ingombro, un peso per la produttività del lavoro”.
Non dice nulla di nuovo da quello che ha scritto papa Benedetto XVI nell’enciclica Caritas in veritate.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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