L’AQUILA, I MILIARDI INVISIBILI: LE NEW TOWN SPROFONDANO IN UN BUCO DI 11 MILIONI
SECONDO IL GOVERNO 43.000 PERSONE SONO TORNATE NELLE LORO CASE, MA DOPO 5 ANNI ALL’AQUILA REGNA RASSEGNAZIONE E RABBIA… IL COMUNE PRESENTA IL CONTO AI 19.000 INQUILINI DELLE C.A.S.E. CHE SI RIFIUTANO DI PAGARE
C’è un buco di undici milioni di euro nei conti del progetto C.a.s.e.
Le 185 palazzine antisismiche costruite dall’allora Governo Berlusconi per consentire un alloggio immediato agli sfollati pochi mesi dopo il sisma del 6 aprile 2009 hanno i conti in rosso.
Il buco riguarda le spese di gestione (manutenzione, riscaldamento, luce, pulizia) e pesa come un macigno sulle casse del Comune dell’Aquila.
L’esposizione aumenta giorno dopo giorno, tanto che anche la Corte dei Conti ha aperto un’inchiesta per danno erariale e il sindaco Massimo Cialente rischia di essere chiamato a risponderne.
Da più di un anno e mezzo l’amministrazione comunale ha iniziato a chiedere il conto agli inquilini terremotati (sia per quanto riguarda il canone di locazione che per i consumi) ma si è trovata di fronte al caos, sia per il sistema di calcolo adottato, sia per le polemiche che ne sono seguite.
E se le bollette ai 19 mila inquilini delle case del “miracolo aquilano” sono arrivate ai destinatari, il numero di morosi è molto alto e in centinaia annunciano ricorso.
Gli inquilini denunciano errori di calcolo, ritardi e mancata trasparenza.
“Ogni quartiere della new town e dei Map è stato costruito da imprese diverse, con differenti capitolati, avendo ognuna realizzato gli impianti con criteri propri. Difficile quantificare i consumi e rendere omogenei i costi delle utenze. Impossibile stabilire la classe energetica degli alloggi. Nel calcolo viene addebitata ai cittadini aquilani anche una presunta e ipotetica “acqua condominiale” per il periodo in cui invece l’acqua è passata a carico dei singoli nuclei, con un aggravio immotivato di 1.400.000 euro” spiegano i rappresentanti del comitato cittadino Inter-C.a.s.e. “e questo è solo una delle tante incongruenze di queste bollette pazze”.
E la vicenda si complica sempre di più al punto che da alcune settimane hanno bussato alle porte del Comune due società di recupero crediti (la Sace e la Hera Comm.) per conto di una delle aziende che fornisce l’energia.
“Alla Sace – ha spiegato l’assessore comunale al Bilancio, Lelio De Santis – dobbiamo versare 3 milioni in rate da 130 mila euro al mese. All’Enel, invece il piano prevede rate da 350 mila euro mensili. Purtroppo però non siamo in grado di onorare il debito e dunque osservare il piano perchè purtroppo gli assegnatari non si mettono ancora in regola con i fitti pregressi”.
Il debito del Comune cresce sempre di più fra interessi passivi e quelli per ritardato pagamento: “Ora saremo costretti a rinegoziare il piano di rientro chiedendo di poter spalmare le rate che sono a 12 mesi fino a 18. Ciò con un ulteriore aggravio di spesa”.
Secondo De Santis , gli assegnatari del Case stanno lentamente acquisendo la consapevolezza della necessità di pagare il canone.
“Proprio in questi giorni attraverso il nostro messo comunale stiamo notificando le diffide ai morosi. Si tratta di circa mille assegnatari che non hanno mai pagato il canone di locazione. Decorsi 30 giorni, attueremo gli sfratti”.
Il Comune – tra canoni di locazioni e bollette per consumi e manutenzione – ha un debito che può pagare soltanto “se i cittadini pagano”.
L’assessore al Bilancio ha anche lanciato un appello ai cittadini: “Pagate le bollette, in attesa di controlli sulle disfunzioni che il Comune sta portando a termine. Altrimenti qui ci andiamo di mezzo tutti”.
(da “La Repubblica”)
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