“SEI AQUILANO SE…” SU FACEBOOK SI INCONTRANO IN 15.000
NEL BAULE DEI RICORDI, LA CITTA’ E I SOCIALNETWORK
Sarà perchè nessuno dice più “Ci vediamo sotto i portici”, o forse perchè per prendere un caffè nel bar della Villa Comunale c’è bisogno di fissare un appuntamento in anticipo.
O più semplicemente sarà perchè il cuore della città , quello che da sempre è stato il centro per gli aquilani, è fermo e silenzioso da cinque anni.
Qualsiasi sia il motivo, il risultato è sorprendente: il gruppo Facebook ‘Sei aquilano se…’, nato alla fine di gennaio 2014, in meno di due mesi ha raccolto più di 15mila iscrizioni.
Un successo che ha colto di sorpresa soprattutto le ideatrici della pagina, nata come ‘iniziativa spiritosa’ e diventata, a tempo record, il luogo (non solo virtuale) dove condividere i ricordi di una città che era e non è più, di una tradizione che non vuole scomparire e di una società che non ci sta a rimanere divisa e disgregata nelle periferie e nelle new town.
La piazza virtuale si popola
“All’inizio l’idea era quella di attivare un gruppo che fosse una sorta di baule di ricordi: costretta a casa da un periodo di malattia, ho pensato di ingannare il tempo raccogliendo sul web esperienze, pensieri e memorie, invitando le persone della mia generazione, quelle tra i 50 e 60 anni, che come me avevano perso nel terremoto la loro città . Ma la risposta della Rete è stata eccezionale: le richieste di adesione ci hanno sommerso, tanto che quasi non riuscivamo a smaltirle”.
Angela Schiavone, che insieme a Francesca Romana Cerqua gestisce il gruppo ‘Sei aquilano se…’, ancora stenta a credere a tanto successo.
Facebook, che dopo il sisma del 2009, è diventato il luogo dove gli aquilani possono incontrarsi, ritrovarsi, tenersi in contatto, non potendolo fare più di persona, è diventato il ‘corso virtuale’.
“Abbiamo iniziato a postare antiche foto dei luoghi dell’infanzia, a ricordare i personaggi che caratterizzavano la città , a rivangare le vecchie abitudini che ci accomunavano — la spesa al mercato, il tramezzino a ricreazione al bar Eden, la pizza calda con la mortadella a Trippitelli quando nevicava -, a scrivere aneddoti e modi di dire, soprattutto in dialetto.
Presto — racconta Schiamone — si sono creati sottogruppi: c’è quello che si scambia poesie, quello più impegnato sui temi che affliggono la popolazione e quello che, invece, usa il gruppo per scherzare e per allontanarsi un po’ dal dolore che lo ha segnato”.
Sorprendentemente, sottolinea Angela, le persone che partecipano alle discussioni più leggere sono proprio quelle che nel terremoto hanno subito le perdite più gravi. “Come se — spiega — il gruppo di Facebook fosse un mezzo per alleviare la loro tristezza”.
Visite guidate e merende. Da scrigno di parole e immagini,
‘Sei aquilano se…’ si è trasformato presto in fucina di progetti ma, soprattutto, ha allargato il bacino di ‘amici’.
“Ai ricordi più lontani nel tempo — dice l’ideatrice — si sono aggiunti quelli più recenti di ragazzi e adolescenti, che, purtroppo, il centro dell’Aquila lo hanno vissuto meno di tutti”.
Per dare ai giovani la possibilità di conoscere quello che era la loro città e per rinfrescare la memoria degli altri, le curatrici del gruppo hanno dato appuntamento a tutti in piazza Duomo, organizzando una serie di ‘visite guidate’ tra i vicoli feriti. “L’Aquila è divisa in quattro quarti — spiega Schiamone -: abbiamo pensato di mantenere la divisione e, con tre guide, siamo andati alla ‘ri-scoperta’ del nostro passato”.
Il tam-tam, naturalmente, è scattato in Rete e, per tre domeniche, centinaia di persone si sono trovate nella piazza principale e da lì sono partite per una passeggiata in compagnia.
“Nonostante il tempo, che finora non ci ha aiutato, hanno partecipato in tanti. Persone che si conoscono da tempo, ma che in questi cinque anni si sono perse di vista, vicini di casa di una volta, che prima si incontravano tutti i giorni e che ora si ritrovano solo al centro commerciale, ma anche persone che ora vivono in altre città e che hanno colto l’occasione per respirare di nuovo aria di casa”.
E, per rendere ancora più gioiosi gli appuntamenti, alcuni membri del gruppo hanno pensato di chiudere ogni visita guidata con aperitivi (che data la quantità di cibo offerto da ognuno, sarebbe meglio definire pranzi) e merende in piazza Duomo.
Amicizie, amori e…
“Chi non si conosceva prima, fa nuove amicizie ora. Per esempio, ho scoperto che la signora dell’edicola che si trova dove abito adesso, in periferia, ha aderito al gruppo. Ci siamo conosciute su Facebook, poi ci siamo riconosciute per strada. È nato anche un grande amore, così come ci sono discussioni e qualche litigio, proprio come succede tra amici”, dice ancora Angela, che già sta pensando ai prossimi progetti.
Il primo è una ‘mappatura’ delle attività delle persone del gruppo: “I negozi non sono più dove erano, ma alcuni sono stati riaperti: questa mappa ci aiuterà a ritrovarci”.
Ma non finisce qui: “Dato che abbiamo notato che i post che piacciono di più sono quelli in cui ci diamo da fare per radunarci, stiamo pensando di dare una mano anche ai più anziani che, magari, non riescono a raggiungerci in centro. Presto organizzeremo feste all’aperto nelle aree delle new town”.
Un’iniziativa che non guarda avanti e che non vuole restare solo in Rete: “Presto — promette Angela — pubblicheremo una raccolta con i contributi migliori della nostra pagina Facebook”.
Piera Matteucci
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