LA DEMOCRAZIA SOVRANISTA E’ L’ANTICAMERA DELLA DITTATURA: LICENZIATA LA GIORNALISTA REA DI AVER CRITICATO IL MARTIRE DELLA CAUSA RAZZISTA
COLPEVOLE DI AVER DEFINITO KIRK IN UN POST SOCIAL “UOMO BIANCO CHE SPOSA L’ODIO E LA VIOLENZA” (OVVERO LA VERITA’ ESPRESSA PURE CON MODERAZIONE)
Vestito blu fino ai piedi, rosa rossastra in bocca nella posa inconfondibile della
Statua della Libertà. Nella mano destra, a mo’ di torcia accesa, una edizione in fiamme del Washington Post, il giornale per cui lavorava. Così l’editorialista Karen Attiah ha annunciato il suo licenziamento in tronco dallo storico giornale della capitale americana, perché accusata di «grave negligenza» e di aver messo in pericolo fisicamente i suoi colleghi.
Nelle ore successive all’assassinio di Charlie Kirk, attivista trumpiano, la commentatrice afroamericana lo aveva duramente criticato, descrivendolo come «un uomo bianco che sposa l’odio e la violenza».
Il post social incriminato
«Il Washington Post mi ha licenziato, ma la mia voce non sarà silenziata», è il titolo dell’articolo che Karen Attiah ha pubblicato sul suo Substack, raccontando la sua versione degli eventi. Secondo la donna, entrata nella redazione stabilmente
undici anni fa per «illuminare con la mia penna le zone oscure», nell’ultimo anno gli editoriali sarebbero stati rivoluzionati su ordine del proprietario Jeff Bezos, in modo che abbracciassero temi come «libertà personali e liberi mercati».
Commentando sul social Bluesky l’assassinio, la 39enne aveva scritto: «Parte di ciò che mantiene l’America così violenta è il continuo insistere affinché le persone dimostrino cura, inutile bontà e assoluzione nei confronti degli uomini bianchi che sposano l’odio e la violenza».
Attiah e le critiche all’ideologia di Kirk
Parole che la stessa commentatrice ha definito «premonitrici», perché scritte prima dell’individuazione del presunto colpevole Tyler Robinson, 22enne bianco. Ma di Kirk, di cui evidentemente non sposava l’ideologia, Karen Attiah aveva criticato numerose altre uscite, tra cui quella contro la giudice della Corte Suprema Ketanji Brown Jackson e contro la ex deputata del Texas Sheila Jackson Lee, definite – in uno spezzone di video – come persone senza «capacità di elaborazione cerebrale [sufficienti] per essere davvero prese sul serio».
Il «falso cordoglio» per Charlie Kirk e il corso universitario cancellato
La sua colpa, riassume Attiah, sarebbe stata quindi quella di «denunciare l’accettazione dell’odio e della violenza politica, delle morti per arma da fuoco specialmente quando la violenza è perpetrata da uomini bianchi».
Da qui il licenziamento «senza alcuna discussione preventiva o revisione». Nella lettera affidata al suo Substack, la commentatrice ha anche spiegato di essersi volontariamente astenuta dal «cordoglio falso» per una persona che avrebbe «ripetutamente attaccato le donne nere, che ha condannato il Civili Rights Act e che si è espresso favorevolmente nei confronti di un libro che chiamava i liberali “disumani”».
La 39enne ha raccontato anche che il suo corso alla Columbia School of international and public affairs è stato cancellato, ma che lei si è messa in proprio lanciandone uno suo: «Da questo momento in poi la mia voce diventerà solo più forte».
(da agenzie)
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