LA GUERRA DI RENZI CONTRO I TECNICI DEL TESORO CRITICI SULLE COPERTURE
DURO SCONTRO IN RAGIONERIA GENERALE: IL VIA LIBERA AL DECRETO A RISCHIO FINO ALL’ULTIMO, POI DANIELE FRANCO FIRMA… ECCO LE CIFRE CHE NON TORNANO
Il decreto ha la sua versione definitiva, che è quella che abbiamo chiuso mercoledì sera”.
Da Palazzo Chigi, prima che Giorgio Napolitano firmasse il decreto, ostentavano sicurezza: le coperture ci sono e sono rigorose tanto che le ha bollinate la Ragioneria generale dello Stato (Rgs), il meccanismo di distribuzione del bonus funziona, è tutto a posto.
Vero fino a un certo punto.
Prima di apporre il suo sigillo al decreto Irpef, infatti, proprio la tecnostruttura della Ragioneria aveva sollevato più di un dubbio sui meccanismi di finanziamento della “quattordicesima” di Renzi: la guerra con Palazzo Chigi è andata avanti per giorni, tanto che una leggenda metropolitana dei palazzi romani vuole che lo stesso premier si sia presentato a via XX Settembre per ricordare ai funzionari che loro lavorano per lui.
Come che sia, a quanto risulta al Fatto Quotidiano, alcuni tecnici della Ragioneria avevano proposto a Daniele Franco – l’ex Bankitalia voluto da Fabrizio Saccomanni alla guida della struttura — di non “bollinare” il decreto: un atto di guerra a Palazzo Chigi che Franco non si è sentito di avallare.
Ne è venuta fuori una relazione tecnica al testo piena di sottolineature di “elementi di criticità ” nelle coperture che ha allarmato il Quirinale non tanto per il 2014, quanto per la tenuta del bilancio negli anni a venire.
Tra gli elementi del decreto meno apprezzati al Tesoro c’è di sicuro il capitolo “risorse recuperate all’evasione fiscale”: il governo ha già messo a bilancio 300 milioni quest’anno, certificati dall’Agenzia delle Entrate, e addirittura tre il prossimo (almeno a stare alle tabelle esibite da Renzi in conferenza stampa): peccato, fanno notare, che lo straordinario risultato di questo inizio 2014 sia dovuto alla cosiddetta “rottamazione delle cartelle”, i cui effetti vanno già scemando.
Altro possibile anello debole dei 6,9 miliardi “trovati” da Renzi è quello che riguarda effetto e sostenibilità dei tagli lineari per quasi tre miliardi (2,1 dagli acquisti di beni e servizi di Stato, regioni e comuni, il resto nel cosiddetto capitolo “sobrietà ), miliardi che diventano addirittura sette nel 2015: a parte il fatto che la Consulta ha già sentenziato che i tagli lineari sono incostituzionali, non è chiaro se gli acquisti 2014 non siano già chiusi e quale sia l’effetto su bilanci in larga parte già scritti (anche se non ancora presentati).
Infine anche la clausola di salvaguardia che scatterebbe in caso di mancato introito dei 650 milioni messi a bilancio dal pagamento immediato di 9,6 miliardi di debiti commerciali della Pubblica amministrazione: aumento delle accise su tabacco, alcol, carburanti e elettricità . Curiosamente la stessa clausola già posta a guardia della fantasiosa abolizione dell’Imu 2013 da Enrico Letta: la stangata su sigarette e benzina, se entrambe dovessero attivarsi, potrebbe anche far diminuire i consumi al punto da non raggiungere l’obiettivo previsto.
Anche la copertura del taglio Irap del 10 per cento non è giudicata congrua: Renzi quantificò il minor gettito in 2,4 miliardi qualche settimana fa e ha messo a bilancio l’aumento dal 20 al 26 per cento su tutte o quasi le rendite finanziarie per oltre tre miliardi l’anno (gli interessi su depositi, conti correnti, libretti postali e certificati di deposito valgono 755 milioni l’anno): obiettivo difficile da raggiungere per intero secondo i tecnici della Ragioneria.
Quel che preoccupa maggiormente il Quirinale, in ogni caso, non è l’una tantum del 2014, ma la tenuta strutturale del bilancio dello Stato: per questo il commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, ha promesso di presentare il suo piano definitivo non entro la fine dell’anno, ma il prossimo ottobre, in modo da legare i suoi 32 miliardi di tagli entro il 2016 alla discussione sulla prima legge di Stabilità del governo Renzi.
Marco Palombo
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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