LA MAGLIA NERA DI MONTECITORIO: ANTONIO GAGLIONE, ASSENTE AL 92,15% DELLE VOTAZIONI, L’UOMO CHE DA’ SEMPRE BUCA A TUTTI
MAI UN INTERVENTO IN AULA O IN COMMISSIONE, PRESENTE SOLO A 604 VOTAZIONI SU 7732, ELETTO NEL PD, POI PASSATO A NOI SUD, INUTILMENTE CERCATO DAI “RESPONSABILI” PER AIUTARE IL GOVERNO: E’ RIUSCITO A SPARIRE ANCHE IL GIORNO DELLA FIDUCIA AL GOVERNO… “STARE IN PARLAMENTO E’ UNA PERDITA DI TEMPO E UNA VIOLENZA CONTRO LA PERSONA, NON MI VA DI REGGERE LA CODA AL POTENTE DI TURNO”
Il sito della Camera dei deputati ha appena pubblicato l’ultima rilevazione sulle presenze a Montecitorio e l’onorevole Antonio Gaglione, 57 anni, già del Pd e ora di Noi Sud, è sempre la maglia nera: non ha partecipato al 92,15% delle votazioni. Novantadue per cento.
Apertamente se ne vanta.
“E’ così frustrante fare queste maratone alla Camera”, sbuffa.
“Sono stato poco presente perchè l’apporto del singolo parlamentare è diventato marginale”, si lamenta.
Stare in Parlamento è “addirittura una perdita di tempo e una violenza contro la persona”.
A Panorama una volta disse testuale: “E’ vero, non ci sono mai. Non mi va di reggere la coda al potente di turno”.
E sempre annuncia le sue dimissioni, che puntualmente dimentica di presentare, e attacca i giornali che si occupano “più di donne in politica che di politica vera: gli italiani vogliono i fatti, non vogliono parlare di problemi di letto”.
Intanto i fatti sono impietosi con Antonio Gaglione .
In tre anni di legislatura (fonte Openpolis) non ha fatto un solo intervento, nè in aula, nè in commissione, ha marinato gli ultimi 41 voti decisivi, risultando presente in appena 604 votazioni su 7732.
Nessuno, lontanamente, vanta una simile pagella.
Se fosse stato il dipendente di un’azienda privata l’avrebbero già licenziato da un pezzo, invece l’onorevole fannullone percepisce ogni mese 15 mila euro netti.
Quindicimila euro.
E ogni volta che un cronista gli chiede conto delle sue assenze questo cardiologo pugliese, che le foto ritraggono con il papillon da dandy, candidamente risponde: “Ho preferito partecipare a un convegno medico”. Oppure: “Preferisco fare politica sul territorio”.
A Monica Guerzoni del Corriere confidò: “Sono un ottimo politico!”
Dal Pd lo cacciarono nell’ottobre 2009 dopo che non si era presentato al voto sullo scudo fiscale: la misura era colma.
Pare che fu Rosy Bindi a proporre la sua candidatura (ma siamo certi che si trattò di uno scambio di persona).
E’ imprevedibile: il giorno della fiducia, il 14 dicembre 2010, come raccontò Goffredo De Marchis su Repubblica, tutti i democratici pregarono affinchè non si presentasse temendo un sostegno al governo, invece spuntò a Montecitorio, tenne tutti sulla corda e poi al momento del voto abbandonò l’aula: tiè.
L’altro giorno lo davano per certo come aderente al gruppo dei Responsabili, la terza gamba della maggioranza, ma lui, da vero spirito libero, s’è sfilato in zona Cesarini: forse perchè lì ogni voto è decisivo e quindi la presenza in aula necessaria.
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