LA MOSSA DEI FALCHI CONTRO ALFANO: PRIMARIE, CON FITTO PRONTO ALLA SFIDA
STASERA A BALLARO’ FITTO RILANCERA’ L’ALTERNATIVA AD ALFANO, “TROPPO POCO BERLUSCONIANO” E CHIEDERA’ LE PRIMARIE PER LA LEADERSHIP
Mentre Silvio Berlusconi torna ad Arcore per occuparsi di quanto più gli sta a cuore, i suoi problemi giudiziari, nei palazzi romani continua ad infiammare la guerra tra Alfano e Fitto per il controllo del Pdl.
Se dopo il successo sulla fiducia il segretario ha conquistato un’altra vittoria, il no di Berlusconi al congresso chiesto dai “lealisti”, ora Fitto si prepara a rilanciare.
Lavora tutto il giorno con i suoi per preparare il contrattacco.
Chiederà , spiega uno di loro, «un tavolo in cui tutte le anime del partito siano equamente rappresentate per scrivere un nuovo statuto e un regolamento che regolino la guida e la convivenza delle varie anime in Forza Italia».
L’obiettivo dell’ex governatore pugliese resta quello di ottenere il congresso per scalzare Alfano dalla segreteria, ma intanto riflette con i suoi se non sia meglio accorciare i tempi (per preparare un congresso — è l’argomento di chi lo stoppa — ci vuole più di un anno) lanciando l’idea delle primarie per la leadership nella futura Forza Italia.
Chi ieri ha sentito Berlusconi, rintanato con gli avvocati a Villa San Martino per scrivere la domanda di affidamento ai servizi sociali, lo ha trovato lontano dalle vicende di partito.
Quei pochi minuti che dedica al Pdl li riempie di battute sui due contendenti, continua a invocare «l’unità del partito» ma in fondo, pur avendo scelto per ora di premiare Alfano, non è dispiaciuto che «Raffaele dia filo da torcere ad Angelino».
Posto che non vuole divisioni, un contrappeso ad Alfano, del quale comunque dopo la fiducia al governo non si fida più ciecamente, lo rassicura.
Intanto Alfano e Fitto non si parlano, così come Fitto non sente il Cavaliere da sabato. In agenda c’era un appuntamento a Roma per oggi, ma se l’ex premier dovesse trattenersi ad Arcore.
Fitto non molla, si prepara a una lunga battaglia, questa sera sarà a Ballarò per rilanciare la sfida.
Dirà che contro lui gli alfaniani usano «polpette avvelenate e disinformazione», alludendo a soffiate ai media per indebolirlo nella lotta interna.
Quindi dirà che «non ci possono essere sovrapposizioni di incarichi, come nel 2011 al suo insediamento sosteneva lo stesso Alfano» che oggi è segretario, ministro e vicepremier.
Infine la sortita sul partito, per il quale pretenderà «nuove regole per definire la convivenza tra anime diverse». Batterà sulla linea politica e sull’identità , accusando gli alfaniani di tradire il berlusconismo e di ragionare come un partitino di centro che vuol far coppia con l’Udc e fa giochini di palazzo (accusa lanciata ieri da Gasparri e stoppata da Cicchitto).
L’obiettivo resta il congresso, ma in caso la sua proposta finisse nelle sabbie mobili potrebbe rilanciare sulle primarie, più rapide da organizzare e per mettere nell’angolo Alfano, che in passato le ha chieste più volte.
I toni dunque resteranno alti, ma tutti già guardano a quale potrà essere il punto di caduta visto che entro fine mese, quando Berlusconi sarà dichiarato decaduto dall’aula del Senato, il partito dovrà essere sistemato.
Un ministro del Pdl, dunque un alfaniano, spiega che «se Fitto fa una proposta ragionevole per noi va bene, non possiamo mica tenere governo e partito. Se la strategia di Raffaele — come crediamo visto che nessuno lo seguirebbe fuori dal partito e nemmeno lui vuole uscire — è quella di alzare la posta e poi trattare, ottenere garanzie, va bene. Ma se invece tiene duro, se non riconosce la leadership di Alfano e la linea moderata sul governo allora si può accomodare fuori dal partito».
Intanto la battaglia interna è destinata a spostarsi sul governo e per questo Alfano i gli altri quattro ministri stanno lavorando a un documento da far firmare a tutta la corrente che consacrerà la linea moderata e governativa del partito pur tenendo il punto sui provvedimenti dell’esecutivo come Legge di stabilità , giustizia, responsabilità civile dei giudici, imprese e famiglie.
Alberto D’Argenio
(da “La Repubblica“)
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