QUANDO MARONI SORRIDEVA AI DITTATORI
L’IPOCRISIA DI CHI NON POTEVA NON SAPERE
Roberto Maroni è il fiore dell’ipocrisia che offriamo ai morti di Lampedusa.
Con orgoglio ricorda la saggezza delle sue raccomandazioni, mentre la fila delle bare si allunga. Vale la pena riepilogarne la praticità .
Non dovevano attraversare il deserto e imbarcarsi sulle carrette trappola senza due righe di permesso.
Bastava bussare al consolato italiano di Asmara, riempire i moduli specificando il motivo del viaggio. Vacanze o lavoro, più semplice di così.
Per otto anni ministro, Maroni non è mai stato informato dell’Eritrea nel terrore.
Anche perchè non esistono profughi politici dal paese amico, solo teste disordinate, voglia d’avventura e l’Italia diventa la scorciatoia per la bella vita.
Ma il pane è nostro e anche la marmellata. Manteniamo le distanze senza trascurare le buone occasioni offerte dalle dittature.
Camicie Armani cucite in Eritrea e l’Italcantieri del Paolo Berlusconi che aveva in mente di costruire villaggi vacanze attorno a Massawa sopra le rovine delle belle case disegnate da architetti di gran nome: per l’Unesco patrimonio dell’umanità e per l’impresa italiana che le ha distrutte un lavoro come tanti.
Purtroppo, Berlusconi Due lascia infastidito dalle polemiche e dall’imbarazzo della Farnesina. Per salvare la villa della famiglia Melotti (italiani che conquistano l’Africa con la birra) Ludovico Serra, primo segretario dell’ambasciata , va a vedere cosa sta succedendo. Strappato dall’auto, bastonato, segregato con la ruvidezza riservata agli agenti nemici.
Non va meglio all’ambasciatore Antonio Bandini.
Nel 2001 (Maroni nel parterre di chi governa) spariscono undici ministri forse in galera, forse morti mentre l’Italia di Berlusconi guida l’Unione europea.
A nome dell’Europa, Bandini chiede spiegazioni. Espulso.
Costretti a scappare anche i carabinieri inquadrati nella missione Onu. Caserma circondata dalle truppe del generale Isaias Afwerki: nel 1997 aveva annunciato le elezioni, ma non se ne è più ricordato.
Governa con la mano dura che distrugge le famiglie e obbliga chi non è sposato al servizio militare eterno, preti e suore comprese.
Penultimo paese del mondo, libertà ed economia quasi zero dopo la Corea del Nord, eppure il primo ministro Cavaliere fa finta che non sia successo niente: rinnova la spesa di due miliardi per una missione fantasma e Isaias visita l’Italia con gli onori della regina Elisabetta e quattro chiacchiere senza i giornalisti addosso, weekend nel villone hot di Sardegna.
In suo onore l’università Federico II di Napoli organizza un convegno, mentre il sindaco di Parma (destra di Elvio Ubaldi) consegna a Isaias il sigillo della città .
Per banale dimenticanza non invita la comunità eritrea.
Quando Isaias passa da Milano abbraccia Pier Gianni Prosperini entrato in politica con la Lega e poi vicepresidente Lombardia col pacchetto Forza Italia di Formigoni.
Nel suo ufficio al Pirellone sventolavano bandiere eritree e la pergamena che lo promuove colonnello del dittatore. È finito in tribunale, traffico di armi con Asmara.
Chi scappa e rischia la pelle scappa da fame, brutalità , polizie padrone di ogni vita con le ombre di al Qaeda attorno alla frontiera della Somalia.
Ma i figli spirituali di Maroni non sanno e se ne fregano: è normale che allo stadio insultino chi è annegato a Lampedusa.
Maurizio Chierici
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